sabato 12 novembre 2011

LEZIONI IN PILLOLE...COME SCRIVERE UNA STORIA - 6-


Pensiero positivo di oggi

Io sono completamente indipendente.



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lezione -5- pubblicata il  9-11-11

(corso di scrittura creativa)
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Sai cos’è la “visualizzazione?”
E’ vedere quello che sta dentro di te

Venerdì sera. Ore 18.00. Vi accingete a rassettare la scrivania per lasciare l’ufficio. Nella vostra mente si profila l’immagine del vostro lui che all’ora “x” vi viene a prendere con la sua Mercedes. All’improvviso vi rotola addosso un macigno: il vostro capo vi chiama e vi dice che ha bisogno di voi per un paio d’ore. Motivo: vi dice che solo voi siete in grado di svolgere un certo lavoro. In una situazione di questo tipo lo stress scoppia istantaneo; salta l’appuntamento col vostro partner. Svolgete  quel supplemento maledetto. Ritornate a casa tardi. Cenate tardi. E vi ritrovate solo dopo aver bevuto un “drink” di cognac preferito. Alzate lo sguardo alla finestra e la luna  distende il suo chiarore sul vostro viso e

…vi ritrovate sul suo letto su un fianco, rannicchiata e col viso poggiato sul petto del vostro “principe d’amore”. E mentre auscultate i battiti del suo cuore…il vostro incantatore comincia a lambirvi i capelli con la sua mano che sa di fuoco…il vostro cuore comincia a palpitare. Mentre il vostro respiro diventato affannoso… il suo viso vi compare davanti a pochi centimetri…i suoi occhi vi desiderano con avidità e voi vi sentite soggiogata dalle sue pupille…la sua mano lambisce un vostro seno fino a fermarsi sul delizioso “culmine”…

Il vostro uomo, lo vedete, lo sentite…lo state “visualizzando” con una intensità psicologica straordinaria. La visualizzazione oltre a essere un analgesico psicologico ci permette di attenuare il disagio e di ridurre lo stress immediatamente; ci dà la possibilità di evocare ricordi e di rappresentare un immaginario di qualsiasi tipo fatto di persone e/o cose. Imparate ad applicare questa tecnica, la cui efficacia è stata verificata scientificamente; essa può richiedere a volte un po’ di tempo ma ne vale assolutamente la pena, specialmente per coloro che con la “scrittura” intendono narrare fatti reali o immaginari.

“Visualizzare” può essere passeggiare a piedi nudi in riva al mare, sgridare violentemente qualcuno, immaginare di infilare la chiave, la prima volta, nell’appartamento appena acquistato, o prendere il sole su una spiaggia di Sorrento o alle isole Baleari: ciascuno di noi ha una propria immagine mentale del luogo in cui preferirebbe trovarsi.
Immaginatelo come un sogno ad occhi aperti…potete immaginare una persona vivente, o una scena con due o tre personaggi di un vostro racconto: ecco come funziona.
Ogni volta che vediamo un’immagine, la nostra mente le attribuisce un significato, secondo quello che significa per noi e questo significa che scatena una reazione emotiva o fisica. Se  visualizzate che un individuo sta per darvi un ceffone, la vostra reazioni emotiva sarà di paura o spavento; visualizzate il vostro uomo che vi allarga le braccia mentre voi correte verso di lui, l’emozione sarà completamente di sorriso gioioso.

Abbiate fiducia, non dite che è difficile. Visualizzare delle immagini mentalmente significa immaginare qualcosa che non è materialmente presente, in quel momento davanti a voi. Richiede un po’ di sforzo, certo; diciamo, un po’ più che guardare un film, cioè un’esperienza sensoriale completamente passiva Ma non è niente di difficile.

Ecco un esempio molto semplice tratto dal testo the Mindgym – La mente va in palestra – Sperling & Kupfer Editori -
È a Emile Coué, farmacista francese, che dobbiamo l’idea della visualizzazione e ad altre tecniche di pensiero positivo.. La visualizzazione è uno degli strumenti più potenti che abbiamo, molto più potente della volontà. Di solito, non ci è possibile indurre un determinato stato mentale soolo col desiderio, anche se intenso. A chi segue il corso, diciamo, che con un po’ di pratica, possiamo imparare a “visualizzare.

Facciamo un esempio.

Procuratevi un ambiente silenzioso. Distendetevi su un letto o sedetevi comodamente su un divano. Chiudete gli occhi e immaginate di trovarvi davanti alla porta di casa vostra.

Di che colore è la porta? Dov’è il buco della serratura? C’è un pomello, oppure una maniglia? E in questo caso, che aspetto ha?

Molto bene. Avete appena visualizzato. Una forma molto semplice di visualizzazione ma in ogni caso lo avete appena fatto.

Altro esempio.

Posizione comoda e…occhi chiusi. Dovete mettere in moto tutti i vostri sensi.

PASSO UNO    Immaginatevi mentre camminate lungo un sentiero. Che cosa vedete? Che odori sentite? Com’è il tempo? E la temperatura? Come è fatto il sentiero? Siete a piedi scalzi?
    Se no, che cosa calzate? Camminando, che rumori fate? Che cos’altro sentite? Quali abiti indossate? Avete la bocca secca? Sentite qualche sapore?

PASSO DUE    Camminando, arrivate a una curva e mentre la percorrete, magari accelerando leggermente, ansiosi di vedere che cosa c’è dall’altra parte, scorgete un edificio. Immediatamente, vi rendete conto che si tratta di un posto in cui sarete calmi, rilassati e felici. Di che edificio si tratta? Che aspetto ha? Ci sono porte e finestre? Di che cosa è fatto il tetto, se ne ha uno? Dal camino esce fumo? C’è una bandiera al vento o qualsiasi altra cosa che si muova? Eccetera

La visualizzazione potrebbe continuare…è necessario che abbiate
“afferrato” la tecnica e il modo di metterla in pratica.

Personalmente, noi la pratichiamo nel momento in cui osserviamo
i personaggi  muoversi, dialogare, agire su un palcoscenico di un “teatro virtuale”, che può essere qualsiasi luogo reale o immaginario, mentre noi, in prima fila stiamo a “visualizzarli”. 

E’ bene tener presente che il lavoro del narratore è quello di entrare in  ciascun personaggio e vivere “la parte” secondo la sua psicologia, la sua emotività, la sua cultura, i suoi tic, le sue ansie da frustrazioni, ecc.

Un dialogo tra un medico e un giovane studente caratterizzato da due tipi di linguaggio, quello del medico e quello dello studente. La confessione di un omicida incolto avrà un linguaggio completamente differente da quello di un prete che accoglie la sua confessione. Un bambino si rivolgerà con un suo linguaggio (baby talk)  a un adulto. Linguaggi particolari mi fanno  storcere la bocca: pensate per un attimo a come si esprime: un avvocato,, un politico, un filosofo, uno scienziato; e se pensate a individui che hanno problemi proprio di linguaggio, quali: la tachifemia ( un parlare rapido, confuso), la tachilalia (un parlare rapido), bradilalia (il parlare lento) o altro, vi rendete conto con quale cura dovete fare esprimere i vostri personaggi.


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Fine
Enzo

1 commento:

  1. Mi sono "visualizzato", Enzo, e sono molto inquieto. Tanto più quanto penso che l'inquietudine non dipenda solo da me.

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