mercoledì 4 gennaio 2012

I RE MAGI



La storia dei re Magi è una leggenda che nasce molto lontano, in terre esotiche e ricche di antiche tradizioni, ispirata all'oracolo di Balaam, identificato con Zoroastro, che aveva annunciato che un astro sarebbe spuntato da Giacobbe e uno scettro da Israele.


I tre misteriosi personaggi sono menzionati solo nel Vangelo di Matteo che parla dei Magi che dall'Oriente arrivarono a Gerusalemme durante il regno di Erode alla ricerca del neonato Re dei Giudei.


Tutte le notizie che abbiamo sui Magi ci vengono dai Vangeli Apocrifi e da ricostruzioni e ragionamenti postumi.


Dal Vangelo di Matteo abbiamo solo riferimenti ai tre doni, l'oro, l'incenso e la mirra; il numero tre ha una forte valenza simbolica, per alcuni indicherebbe le tre razze umane, discendenti dai tre figli di Noè, Sem, Cam e Iafet.




Il nome dei Re Magi
Un aspetto della storia dei magi è il loro nome.
La religione cristiana attribuisce ai magi i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma non tutte le fonti sono concordi.


Nel complesso monastico di Kellia, in Egitto, sono stati rinvenuti i nomi di Gaspar, Melechior e Bathesalsa.


Melchiorre sarebbe il più anziano e il suo nome stesso deriverebbe da Melech, che significa Re.


Baldassarre deriverebbe da Balthazar, mitico re babilonese, quasi a suggerire la sua regione di provenienza.


Gasparre, per i greci Galgalath, significa signore di Saba.


Un accenno a questi mitici re lo troviamo anche in Marco Polo:"...in Persia è la città che è chiamata Saba da la quale partirono tre re che andaron ad adorare Dio quando nacque..."


Secondo numerose leggende i tre magi giunsero a Betlemme 13 giorni dopo la nascita del Cristo.


L'origine dei Re Magi
Originari dell'altopiano iranico i magi erano sciamani legati al culto degli astri e, successivamente, sacerdoti del dio Ahura Mazda il protettore di tutte le creature.


Studiosi di astronomia, seguendo la lettura del cielo, avevano riconosciuto in Cristo uno dei loro "Saosayansh", il salvatore universale, diventando così loro stessi, "l'anello di congiunzione" tra la nuova religione nascente, il cristianesimo, e i culti misterici orientali, come il mazdaismo e il buddismo.


Ancora oggi il culto del magi non è dimenticato, la leggenda narra che i resti mortali dei Re Magi furono recuperati in India da Sant'Elena e poi portati a Costantinopoli.


Nel 1034 pare che queste reliquie fossero trasportate a Milano in un'arca e depositate nella chiesa di Sant'Eustorgio, ricca di simbolismi legati ai tre re e ancora oggi luogo di pellegrinaggio.




La simbologia dei doni dei Re Magi
I doni dei Magi hanno un significato: fanno riferimento alla duplice natura di Gesù, quella umana e quella divina: l'oro perché è il dono riservato ai Re e Gesù è il Re dei Re, l'incenso, come testimonianza di adorazione alla sua divinità, perché Gesù è Dio, la mirra, usata nel culto dei morti, perché Gesù è uomo e come uomo, mortale.


Dai doni dei Re Magi a Gesù, proviene la tradizione di portare dolci e giocattoli ai bambini: questa tradizione si incrocia con la leggenda della Befana che racconta come i Re Magi, durante il viaggio verso Betlemme, si fermarono alla casa della vecchietta e la invitarono ad unirsi a loro.


La Befana declinò l'invito e lasciò partire i Magi da soli, ma poi ripensandoci, decise di seguirli.


Non riuscendo a ritrovarli, nel buio della notte, da allora, lascia a tutti i bambini un dono, sperando che fra quei bambini ci sia Gesù.


Meno conosciuta è la sorte dei re Magi dopo la loro morte.


Una cronaca dell'epoca (IV secolo), riferisce che le sacre reliquie, risposte dentro una cassa di legno, avvolti in tessuti intrisi di profumi e di mirra, vennero portati a Milano da Sant'Eustorgio al ritorno da un suo viaggio a Costantinopoli.


I corpi dei Re Magi erano intatti, essendo stati trattati con balsami e spezie, e mostravano dal volto e dalla capigliatura età differenti: il primo sembrava avere 15 anni, il secondo 30 e il terzo 60 anni.


L'antica chiesa dove la tradizione vuole che fosse battezzato San Barnaba, il primo vescovo della città, venne ampliata dal vescovo Eustorgio per ospitare la reliquia che venne riposta in un'arca romana di marmo sormontato dalla stella e dalle tre corone, con l'epigrafe “Sepulcrum trium Magorum”.






Le avventure delle reliquie dei Re Magi
La testimonianza della custodia nella Chiesa di Sant'Eustorgio a Milano si trova nella iscrizione di antichissima data, sul lato sinistro (guardando la facciata della chiesa), che dice:"Basilica Eustorgiana titulo Regibus Magis” che attesterebbe la presenza dei corpi dei Re Magi.


In oltre, la chiesa ambrosiana, nel calendario e nei libri liturgici, di prima del X secolo, viene chiamata Basilica dei Re.


Nel 1164 durante l'assedio di Federico Barbarossa, i resti dei Re Magi furono trafugati e trasportati a Colonia, dove venne costruita una bellissima Basilica per contenerli e dove ora riposano.


Grande fu lo sconforto dei cittadini alla notizia, e Milano tentò più volte di riaverle, ci provò anche Ludovico il Moro nel 1434 ma inutilmente.


Solo il cardinal Ferrari, agli inizi del secolo scorso, riuscì ad ottenere parte delle ossa ora collocate in un prezioso tabernacolo sopra l'altare dei Magi.








LE STELLE D'ORO dei fratelli Grimm

(DEDICATO A BENEDETTA)







Era rimasta sola al mondo.
L'avevano messa sopra una strada dicendole: - Raccomandati al cielo, povera bimba!
E lei, la piccola orfana, s'era raccomandata al cielo!
Aveva giunte le manine, volto gli occhi su, su in alto, e piangendo aveva esclamato: - Stelle d'oro, aiutatemi voi!
E girava il mondo così, stendendo la manina alla pietà di quelli che erano meno infelici di lei.
L'aiutavano tutti, è vero, ma era una povera vita, la sua: una vita randagia, senza affetti e senza conforti.
Un giorno incontrò un povero vecchio cadente;
l'orfanella mangiava avidamente un pezzo di pane che una brava donna le aveva appena dato.
- Ho fame - sospirò il vecchio fissando con desiderio infinito il pezzo di pane nelle mani della bimba; - ho tanta fame!
- Eccovi, nonno, il mio pane, mangiate.
- Ma, e tu?
- Ne cercherò dell'altro.
Il vecchio allora la benedisse: - Oh, se le stelle piovessero su te che hai un cuore così generoso!
Un altro giorno la poverina se ne andava dalla città ala campagna vicina.
trovò per via una fanciulla che batteva i denti dal freddo; non aveva da ricoprirsi che la pura camicia.
- Hai freddo? - le domandò l'orfanella.
- Sì, - rispose l'altra - ma non ho neppure un vestito.
- Eccoti il mio: io non lo soffro il freddo, e se anche lo sento, mi rende un po' meno pigra.
- Tu sei una stella caduta da lassù; oh se potessi, vorrei...
vorrei che tutte le altre stelle ti cadessero in grembo come pioggia d'oro.
E si divisero.
L'orfanella abbandonata continuò la strada che 
la conduceva in campagna, presso una capanna dove pensava di riposare la notte, e l'altra corse via felice dell'abitino che la riparava così bene.


La notte cadeva adagio adagio e le stelle del firmamento si accendevano una dopo l'altra come punti d'oro luminosi.
L'orfanella le guardava e sorrideva al ricordo dell'augurio del vecchio e di quello uguale della bimba cui aveva regalato generosamente il suo vestito.
Aveva freddo anche lei, ora; ma si consolava perché la cascina a cui era diretta non era lontana; già ne aveva riconosciuti i contorni.
- Ah sì! - pensava: - se le stelle piovessero oro su di me ne raccoglierei tanto tanto e farei poi tante case grandi grandi per ospitare i bambini abbandonati.
Se le stelle di lassù piovessero oro, vorrei consolare tutti quelli che soffrono;
sfamerei gli affamati, vestirei i nudi... Mi vestirei - disse guardandosi con un sorriso; - io mi vestirei perché, davvero, ho freddo.
Si sentì nell'aria un canto di voci angeliche, poi il tintinnio armonioso di oro smosso.
La bimba guardò in alto: subito cadde in ginocchio e tese la camicina. Le stelle si staccavano dal cielo, e , cambiate in monete d'oro, cadevano a migliaia attorno a quell'angioletto che, sorridendo, le raccoglieva felice:
- Sì, sì! Farò fare, sì, farò fare uno, no... tanti bei palazzi grandi per gli abbandonati e sarò il conforto di tutti quelli che soffrono!
Dal cielo, il soave canto di voci di paradiso ripeteva: - Benedetta! Benedetta!


Annamaria... a dopo

4 commenti:

  1. Appassionante, tutto appassionante, per la gioia di grandi e bambini.

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  2. Cocca cara, quest'anno 2 belle bimbe aspettano il "tuo arrivo"...peccato non poterti aiutare a preparare le loro calze...Virtualmente ne invio un paio tutto per te...autoreggente, tanto tanto sexi!!! Dentro non metterei nulla...indossandolo saresti tu il miglior "ripieno"!!! Maria.sa

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  3. Maria, hai già arricchito le calzine di Benedetta e Alice con il tuo dolce pensiero, grazie!!A te ricambio l'augurio della befana porgendoti l'altra calza autoreggente...e per entrambe 3 preghiere:a s. giuseppe che ci aiuti a tenere su le tette, s. restaurata che ci mantenga la facciata , a s. valentino che ci rassodi il sederino...per ultimo a santa rosalia che ci aiutasse a darla via! Ovviamente la preghiera è per tutte le amiche "ciucciottine" befane. Spero di averti strappato una risata stellina.Buona befana a te e a tutte le amiche del blog!!

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  4. Giustamente ci affidiamo a ben 4 Sante... dati i "miracoli" che devono fare!!! Dici una risata!? Con i miei amici stavamo per stramazzare per il ridere! A presto, BEFACOCCA dalla BEFASTELLINA... Maria.sa

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