venerdì 10 febbraio 2012

SCRITTURA CREATIVA Lez 17





( precedente lezione -  02-febbraio-2012)




LA VIRGOLA

Ed ecco la “virgola”, in dialetto campano si direbbe…corta e mal encavata, io aggiungerei anche “mbicciosa”.
Questo segno è tra i segni di punteggiatura più difficile da gestire perché crea le maggiori difficoltà agli scriventi. Essa indica la più breve pausa nel discorso; questo piccolo “graffietto” rappresenta una sospensione, una pausa, o una variazione di tono nel discorso parlato, ma se scriviamo, la VIRGOLA deve essere a portata di mano perché il suo uso è molto frequente ed è regolato dalle preferenze e dal gusto di chi scrive, tuttavia si possono indicare casi in cui essa è obbligatoria o necessaria per motivi di chiarezza.

Nel corso di una proposizione (frase lunga o corta un verbo) la virgola è usata:
a) nelle enumerazioni e negli elenchi per separare nomi, aggettivi, avverbi. Solitamente l’ultimo elemento della serie viene unito con la e, invece che con la virgola.
b) Esempio: Era un giovane forte, bello, ricco e valoroso.

c) non mettete la virgola, di regola, quando usate le congiunzioni e, o, ovvero, né;

d) tra il soggetto e il verbo userete la virgola quando in una frase volete dare un’intonazione marcata.

Esempio: Carletta, (virgola) si ’era affacciata al balcone (l’intonazione è sul soggetto Carletta).

Esempio: Carletta si era affacciata al balcone (nessuna intonazione al soggetto).

e) questa stessa prassi deve essere adottata nella dislocazione a sinistra.

Esempio: inserite la virgola nel seguente caso ove figura il pronome “lo”. Osservate le tre frasi seguenti: potete dire o meglio scrivere:
- Vedo mio nipote tutte le mattine;
- Tutte le mattine vedo mio nipote; ma col pronome la costruzione cambia:
- Mio nipote, lo vedo tutte le mattine; non solo, ma se useremo il modus del dialetto campano, scriveremo o diremo:
- Io, a mio nipote, lo vedo tutte le mattine.

f) usare la virgola al principio e alle fine di un inciso, di un’apposizione, di un’esclamazione.

Caso dell’apposizione:
Roma, capitale d’Italia, è una città antichissima.

Caso del vocativo:
Mamma mia, aiutami tu.

Caso con inciso:
Il musicista, che tiene la chitarra in mano, sa suonare molto bene.

Caso esclamativo:
Ah, (virgola) che sorpresa!

g) Nel periodo le proposizioni coordinate con uno o più verbi.
Esempio: Alzò il braccio, salutò, andò via borbottando. Disse molte parole, espose le sue idee, e criticò il progetto.

h) Osservate la differenza fra queste due frasi.
Esempio.
“Era chiaro che aspettavano me.”
“Che aspettassero me, era chiaro.”

RICORDATE:
Se il vostro scritto è letto da persone che non vantano la necessaria cultura (a prescindere da mezzi e da volontà), non succede nulla, non avranno reazioni di …commiserazioni, ma se chi vi legge ha dimestichezza con il codice della grammatica…e in particolare con questo antipatico segno d’interpunzione, pardon, di punteggiatura ( le punture endovene non c’entrano), aspettatevi immaginando sorrisi ironici…perché avrete fatto ridere. E voi non volete far ridere, vero? Ci sono già certi giudici, non portati a ben giudicare e che farebbero molto meglio a manifestare il loro talento in Zelig.

Fine

Enzo



2 commenti: