martedì 14 febbraio 2012

Un cenno a SAN VALENTINO nella pittura e nella letteratura



Sono pochissime le icone di tradizione italiana dedicate a San Valentino. 




Questo San Valentino battezza Santa Lucilla  è l’opera eseguita nel 1575 da Jacopo Bassano, oggi al Museo civico di Bassano del Grappa.                                                                  L’episodio tratto dalla Leggenda Aurea si riferisce alla guarigione della giovane, operata da Valentino. Lucilla era infatti non vedente ma il santo seppe infonderle, invocando l’aiuto divino, la vista sia per gli occhi sia per l’animo. 
Il dipinto, che affascina per le qualità coloristiche e luministiche tipiche del grande maestro, vede la scena calata all’interno di un contesto contemporaneo, com’era d’uso per rivolgersi anche ai fedeli meno colti. La luce innaturale che con i suoi riverberi inonda il dipinto e il nucleo centrale con i due santi, proviene da uno squarcio di cielo aperto, come cortina tesa, da due angeli che tra le mani stringono la palma, simbolo del martirio che coglierà entrambi i santi.

Singolarmente simpatica l’illustrazione tratta da un manoscritto miniato francese del XIV secolo, che vede un particolare San Valentino presiedere alla costruzione della basilica a lui dedicata a Terni.
                



“OFELIA: Diman ricorre San Valentino, 
io, che son verginella,
vengo per tempo alla sua finestra
per esser la sua bella.
Sorse ei dal letto, mise il farsetto,
l'uscio di stanza aprì;
entrò la vergine, che mai più vergine di fuori non uscì"

(William Shakespeare, Amleto, III atto)

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