lunedì 26 marzo 2012

NON SOLO CINEMA

Questa settimana ho avuto il piacere di assistere ad uno spettacolo teatrale, che mi ha svelato un aspetto che non conoscevo, dell’eclettico Sergio Rubini.


" A  CUORE   APERTO " - Voci del Novecento - da Neruda a Sanguineti


Lo spettacolo è animato dal desiderio di mettere al centro della scena la poesia e gli infiniti mondi contenuti ed evocati dai versi.
                                                                                                                 A Cuore Aperto, si prefigge di produrre, con pochi ma essenziali dispositivi scenici, recitazione, musica, effetti sonori e luci , un autentico coinvolgimento emotivo. 
                                                               
A condurre lo spettatore in questo viaggio infatti, oltre alla personalissima interpretazione di un attore poliedrico qual è Rubini, è in primo luogo la musica.                                                                           Anche in questo Rubini sfida la  narrazione tradizionale. Si tratta infatti di musiche originali suonate dal vivo da un trio jazz che, sebbene convivano il più delle volte con la lettura, non vogliono mai essere di accompagnamento.
                                                                                        A Cuore Aperto è un’improvvisazione che vuole colpire lo spettatore nel suo immaginario, nel suo intimo, portandolo, verso dopo verso, a mettersi a nudo, a cuore aperto appunto, come fanno gli artisti sul palcoscenico, i poeti quando scrivono. 
                                                                       
È come se lo spettatore partecipasse a una prova generale più che a uno spettacolo inscatolato e pronto solo al consumo.                                                                                                      Ecco perché lo definirei un recital, nel corso del quale, tra i vari momenti, Rubini ce ne regala uno di grande teatro: l’uccisione di Desdemona per mano di Otello.


Sergio Rubini ha deciso di mettersi in gioco in “A cuore aperto”, con la poesia che non è cosa da poco: consola, rimargina ferite o le riapre nel momento più inaspettato . . . precipita nel buio o apre squarci di luce, offre risposte e invita a ridere della loro assenza. La poesia è la voce del rimosso e dell’inespresso, è lo sguardo non addomesticato sulle cose.



Michele Fazio, Emanuele Smammo e Marco Loddo eseguono dal vivo musica jazz mentre il celebre attore e regista rende omaggio a Neruda, Sanguineti, Puskin, Shakespeare.                                                                                                                 La frase poetica appare una porta da aprire insieme su sensazioni sempre diverse, un modo per reinventare ricordi e pensieri. La voce e il corpo che si fanno mezzo espressivo di scrittori solo all’apparenza lontani nel tempo si servono di pochissimi elementi visivi e sonori nel sottolineare un’atmosfera. La parola si trasforma nel luogo in cui ridefinire le sensazioni, in un invito continuo a vivere sulla propria pelle ciò che gli scritti recano, come un tesoro, con sè.            Se dunque il testo si apre e invita il pubblico a percepirlo e ricostruirlo, ciascuno non deve temere di aprire fino in fondo il proprio cuore.



MARIA...a dopo



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