martedì 24 aprile 2012

ENTOMOLOGIA DA . . . BLOG







Mi è recentemente venuto in mente il racconto più noto ed ‘impressionante’ di Kafka: "La metamorfosi" . Innanzi tutto racconta una storia, come non accade negli altri racconti dell’autore, una storia di tipo familiare, quindi immersa nella quotidianità . . . il lavoro, la famiglia, la casa, dove si insinuano l'orrore e l'estraneità più assolute e inverosimili. Tutto si basa su un unico fatto: il giovane Gregor Samsa un mattino si risveglia senza 'essere più lui', perchè nel corso della notte si è trasformato, senza nemmeno rendersene conto, in un insetto . . . uno scarafaggio. Gregor non mostra eccessiva meraviglia per il suo nuovo stato : si compie un inatteso processo di auto-riconoscimento e di auto-accettazione. E' come se lo desse per scontato: le difficoltà maggiori vengono dopo, quando cerca di muoversi 'usando' quel corpo cui non è abituato, e nei rapporti con la sua famiglia, cui suscita orrore e da cui si sente appena tollerato. Kafka è particolarmente bravo ad evidenziare il suo stato di angoscia e disperazione. Le interpretazioni letterarie possibili sono diverse : il sogno, cioè la traduzione di una fantasia onirica; una pura fantasia letteraria; una tipica trasformazione fiabesca in animale. Io ho optato per lo schema di derivazione psicanalitica, l'espressione di problemi o angosce. Cosa ha mai potuto riportarmi alla mente proprio questo racconto? Ebbene, le parole lette in un commento anonimo a me riferito, mi hanno evocato l’immagine kafkiana che assegno al su citato anonimo. Mi spiace aver scomodato una così ELEVATA figura della cultura, dal momento che l’anonimato è quanto di più BASSO si possa immaginare. Probabile malessere nella vita passata e recente, una personalità disturbata da insoddisfazioni di vario genere, incapacità di vivere la realtà, rifugiandosi nella fantasia o ricercando situazioni impossibili, negando ad altri la capacità di vivere esperienze gioiose ed appaganti . . . questi solo alcuni dei motivi che posso ipotizzare per così frequenti meschinità Voglio comunque accompagnare per mano questo anonimo lungo lo stesso percorso che fa il protagonista del racconto, fino al riconoscimento di sé : semplicemente un insetto. P.S. Ho caricato la mia efficientissima racchetta per l’eliminazione degli insetti per elettrificazione !


MARIA... a dopo




2 commenti:

  1. Ma sì, racchettiamo, racchettiamo. Sono duri a morire.

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  2. Il paragone ad insetto è azzeccato, ma nella sua semplicità molto umiliante, chi ha orecchie da intendere intenda.
    Anna Brivio

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