giovedì 19 luglio 2012

ANNIVERSARIO MORTE PAOLO BORSELLINO tra polemiche e commemorazioni




AGNESE BORSELLINO

Agnese Borsellino: 
mio marito mi disse della trattativa Stato-mafia




Vent’anni fa l’Italia veniva squarciata dalla notizia della uccisione di Paolo Borsellino a Palermo. Oggi ricorre l’anniversario di una delle stragi più dolorose della storia d’Italia. Una strage annunciata, quella di via d’Amelio, arrivata poco tempo dopo quella di Capaci, nella quale persero la vita il giudice Falcone, sua moglie e la sua scorta.

A vent’anni di distanza la voglia è quella di ricordare, e l’Italia lo fa in tanti modi. Salvatore Borsellino: “Non sono qui per Paolo, ma per i magistrati che sono vivi e lottano per la verità”.

A Palermo coloro i quali hanno voluto ricordare Paolo Borsellino sono arrivati da tutta Italia. Un giorno speciale, perchè nessuno vuole dimenticare il giudice ucciso dalla mafia il 19 luglio di 20 anni fa. Oggi ricorre il ventennale, e certe scadenze sembrano sempre più importanti, ma le celebrazioni si svolgono ormai ogni anno.





Ecco come Di Pietro (Italia dei valori ) ha  attaccato  Napolitano «Non vuol far sapere cosa è successo».




Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro ha attaccato duramente Giorgio Napolitano per la decisione di sollevare il conflitto di attribuzione con la procura di Palermo: «Invece di mettere a disposizione dei giudici tutto perché dopo 20 anni si possa sapere la verità sui fatti che hanno portato alla morte di servitori dello Stato, l'unica cosa che si sa è che proprio il Capo dello Stato non vuol far sapere cosa è successo».
Secondo l'ex pm, «su una questione così delicata, un formalismo esasperato non aiuta a sapere la verità». Per questo, Di Pietro ha chiesto che «il fatto tecnico sia affrontato in una apposita udienza in camera di Consiglio». Staremo a vedere cosa succederà...


Intanto, Rita Borsellino, sorella del magistrato ucciso, che ha rilasciato un' intervista a "il fatto" è stata contestata da quel cog....di Sgarbi.


L'intervista di Rita Borsellino
"Mi sento schiaffeggiata da questa notizia”. Rita Borsellino, sorella di Paolo, europarlamentare, ripete queste sei parole seduta nella sua casa al mare, a Trabia, dove il pomeriggio del 19 luglio venne a sapere della strage di via D’Amelio. Le ha pronunciate la prima volta l’altroieri in una libreria a pochi passi dalla storica focacceria di San Francesco, appena saputo che il Quirinale aveva sollevato un conflitto di attribuzioni alla Consulta contro la Procura di Palermo. E non torna indietro. Rincara la dose. Non porge l’altra guancia. Come quando alla vigilia del Natale 2007, alla notizia dell’istruttoria sollecitata dallo stesso Giorgio Napolitano per un’eventuale concessione della grazia all’ex funzionario del Sisde Bruno Contrada, si oppose senza se e senza ma. Quella volta Napolitano la chiamò al telefono e non fu certo una conversazione tranquilla. “La sensazione di essere stati schiaffeggiati credo l’abbiano provata tutti gli italiani. Non ce l’aspettavamo dal Capo dello Stato una presa di posizione così netta e grave nei confronti della Procura di Palermo, nel momento in cui quest’ultima sta cercando di fare chiarezza tra depistaggi e sentenze indotte. A pochi giorni dall’anniversario della strage, ci viene detto che delle intercettazioni tra Mancino e il Presidente la gente non deve sapere nulla. Ma tutti quanti abbiamo il diritto di conoscere tutto ciò che può servire a scoprire la verità. Siamo stanchi di sentire solo i non so e i non ricordo. Quando abbiamo gli elementi concreti è giusto che siano messi a disposizione. Io voglio sapere se Mancino è una persona che effettivamente sta facendo un doppio gioco. Se i magistrati abbiano violato la legge sull’immunità del Capo dello Stato o no questo dovrà essere stabilito. Intanto mi ritrovo sul piatto della bilancia la Presidenza della Repubblica che dice che ciò che è accaduto non è lecito, ma anche la Procura di Palermo che afferma il contrario. Come persona alla ricerca della verità, come famigliare, ma soprattutto come cittadina, mi sento offesa. E’ come se mi fosse stato detto: certe cose non le puoi e non le devi sapere. E io non lo posso accettare”.


È un caso che il decreto del Presidente della Repubblica sia arrivato a pochi giorni dalle celebrazioni del ventesimo anniversario della strage di via D’Amelio?
Ci sono delle ragioni di opportunità. Non penso che gli avvisi di garanzia debbano essere sospesi in funzione dei momenti. La giustizia deve fare il suo corso, ma credo che tirare fuori un argomento così controverso nella circostanza in cui tutti quanti avrebbero dovuto concentrarsi sulla necessità di fare chiarezza in occasione del ventennale della strage, sia stato inopportuno. O forse si è voluto contribuire proprio così.


Il 19 luglio arriverà come ogni anno il messaggio del Capo dello Stato e la sua corona di fiori in via D’Amelio. 
Se il Presidente della Repubblica manderà il suo fax di partecipazione sarà sempre accolto con deferenza perché è il capo dello Stato. Ma la richiesta che abbiamo fatto io e mio fratello Salvatore al sindaco di Palermo è chiara: non rifiutiamo i fiori della Presidenza della Repubblica, del Consiglio o della Regione, ma chiediamo che via D’Amelio quest’anno sia un luogo dove viene ricordata la vita. I simboli della morte come possono essere le corone, siano depositati in un altro luogo . Noi vogliamo ricordare la vita di Paolo Borsellino. Vogliamo che lì dove ci sono dei dubbi che investono le istituzioni non ci siano simboli che le rappresentano. Paolo diceva che le istituzioni sono sacre. Possono essere discutibili gli uomini. (Sgarbi , nasconditi!! nota di Annamaria)Mio fratello era un uomo di quelle istituzioni sacre. Purtroppo oggi abbiamo troppi elementi per confermare quello che lui diceva: ci sono state persone che in quelle istituzioni hanno tradito. Non vogliamo correre il rischio che i simboli si possano confondere con le persone, perché ancor oggi non sappiamo chi sono i traditori”.




SGARBI replica cosi l'intervista della Borsellino ...ed è meglio che sto zitta...




Vittorio Sgarbi commenta le dichiarazioni di Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo, rilasciate al quotidiano 'Il Fatto': "Oggi Paolo Borsellino si indignerebbe e sconfesserebbe la sorella Rita che si contrappone al capo dello Stato e si dichiara offesa. Nessun dubbio - osserva Sgarbi - che Paolo Borsellino sarebbe, oggi, dalla parte del Presidente Napolitano. Mentre si lascia strumentalizzare dal quotidiano 'Il Fatto' (cosa indecorosa), Rita Borsellino non si rende conto di indicare chiaramente la diversa posizione di suo fratello Paolo. Intervistata afferma: 'Paolo diceva che le istituzioni sono sacre…(il resto l'hai omesso caro Sgarbi- nota di Annamaria-) mio fratello era un uomo di quelle istituzioni sacre'. E quale istituzione più sacra della Presidenza della Repubblica, con il Presidente, in particolare, un uomo rigoroso e irreprensibile come Napolitano, garante della Costituzione e Presidente del Csm? Con la sua posizione Rita Borsellino ha tradito gli ideali e il rispetto assoluto delle istituzioni del fratello. Oggi, lasciandosi andare, essa mostra di essere, nei confronti di Napolitano, quello che fu Sciascia nei confronti di suo fratello".


Tempo fa Sgarbi dichiarò a proposito della Borsellino che è una europarlamentare che vive di parole, oltre che di luce riflessa ...perchè lui che fa?  "L'opinionista polemico"Li merita i soldi che lo stato gli passa?? che gli diamo noi??







Chi è Vittorio Sgarbi




 Nato a Ferrara, classe 1952, critico d'arte, politico, opinionista, saggista, eletto in Parlamento e in diverse amministrazioni comunali. Dal 30 giugno 2008 al marzo 2012 è stato sindaco della cittadina siciliana di Salemi prima che la città venisse commissariata per infiltrazioni mafiose.
Per la cronaca, in veste di parlamentare, il professor Vittorio Sgarbi è stato fra coloro che hanno totalizzato il maggior numero di assenze ingiustificate a Montecitorio. Intanto i contribuenti gli pagavano lo stipendio.
Nell'aprile 2012 si candida come sindaco di Cefalù (evidentemente ha un debole per la Sicilia) sostenuto da tre liste civiche, ma sia in primo che in secondo grado i giudici lo ritengono incandidabile in riferimento all'Art.143 (decreto legislativo 267/2000) che prevede l'incandidabilità al primo turno elettorale utile per gli amministratori di enti sciolti per infiltrazioni mafiose, tuttavia le elezioni si svolgono regolarmente il 6 e 7 maggio 2012 e Vittorio Sgarbi perde la competizione elettorale ottenendo il terzo posto fra i candidati.
Laureato in filosofia con specializzazione in Storia dell'Arte all'Università di Bologna, ha iniziato ad occuparsi di arte, diventando ispettore della sovrintendenza ai beni storici e artistici in Veneto, poi ha insegnato per tre anni Storia delle tecniche artistiche all'Università di Udine. La sorella, Elisabetta, è Direttore Editoriale della Editrice Bompiani.
Sgarbi, che si vanta di essere cattolico, si dichiara contrario all'aborto, ma al tempo stesso sembra sia restio ad assumersi la paternità dei figli che ha avuto da diverse donne. Ne ha riconosciuti almeno tre. Complimenti.
In definitiva, sarebbe davvero meglio che il professor Sgarbi si facesse un esame di coscienza e che prendesse la decisione di tornare a insegnare Storia dell'Arte, materia nella quale è indubbiamente competente. Forse con un tantino in più di umiltà, prerogativa della quale sembra mancare totalmente.
Una domanda: ma tutti i soldi per acquistare quadri e opere d'arte non certo a buon mercato, dove li prende?....non è un mistero, come detto sopra!



 Elaborazione -Annamaria... a dopo






1 commento:

  1. Grazie mille per le note informative, Annamaria. Ognuno di noi può prendere posizione. Ma, a parte le posizioni, pur sempre chiacchiere, rimangono i fatti: Paolo Borsellino rimane un eroe soltanto eleografico che attende ancora giustizia; il Presidente della Repubblica si difende dalle intromissioni della magistratura nei suoi riguardi essendosene sempre disinteressato a difesa di altri cittadini; che lo stesso continua a fare dichiarazioni stereotipate e a mandare fiori; che altri, come qui Sgarbi, si inseriscono a sproloquiare.

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