martedì 16 ottobre 2012

Figli contesi dai genitori separati: dobbiamo fermare questa carneficina



E' il momento di dire basta a una delle più insopportabili violenze inflitte ai minori, quella delle separazioni conflittuali. Cominciamo dai numeri: un matrimonio su tre fallisce. Il numero dei minori coinvolti da queste separazioni o divorzi ha superato i 100mila (in Italia) nel 2009 e ogni anno aumenta insieme all’aumento dei fallimenti familiari. Metà di questi bambini sono contesi. “Usati come fossero oggetti da espropriare o peggio bottino di guerra”, ha dichiarato la presidente della Camera minorile di Firenze, l’avvocato Elena Zazzeri . E i danni subiti dai bambini sono certificati dalle migliaia di perizie psicologiche depositate in tribunale e nell’aumento vertiginoso delle richieste di psicoterapia infantile.
Un’emergenza sociale. Una carneficina i cui effetti si vedono ovunque – nelle scuole, nelle comunità di recupero, nello smarrimento di tanti giovani – e di cui noi adulti dobbiamo farci carico. “La cosa che non riesco ad accettare – dice Elena Zazzeri – è che le persone facciano un figlio e che dopo poco tempo diventino i peggiori nemici l’uno dell’altro, come se diventare genitori non fosse una responsabilità che ti cambia la vita e che ti impone di mettere il bambino al primo posto”. Ma di fronte a questo campo di battaglia anche lo Stato, dice la presidente della camera minorile, è insufficiente. 
“Il bambino deve essere riconosciuto come soggetto di diritti e doveri, e dunque deve essere difeso da un avvocato terzo, quando ci sono i conflitti. E gli psicologi, gli assistenti sociali, anche i giudici che si occupano di queste separazioni devono essere formate e preparate”. 







Notizie di oggi



Bimbo rapito dal padre telefona
ai carabinieri: aiutatemi. Preso l'uomo.



A Sassoferrato un uomo di 51 anni picchia la moglie e porta via da casa il figlio di dieci anni. Il bimbo chiama i carabinieri e fa arrestare il padre..Il bimbo ha implorato i militari di arrivare subito perchè la madre,un'extracomunitaria di 45 anni, era stata aggredita dal padre, anch’egli extracomunitario. L'uomo, pur non essendo formalmente separato, già da qualche mese viveva fuori casa, in un appartamento nello stesso centro del fabrianese. I carabinieri sono arrivati sul posto in pochi minuti e hanno trovato la donna a piedi scalzi che lamentava essere stata aggredita e picchiata dal marito, aggiungendo che l’uomo aveva portato con sè il figlio di 10 anni.

Immediatamente partivano le richerche dell'uomo e del bambino, che i militari individuavano nel centro abitato di Sassoferrato dopo circa un’ora. 
Alla vista dei militari, il minore si è rasserenato, tanto che in caserma incominciava a riferire quanto accaduto poco prima alla mamma. Così, raccontava che il padre, poco prima, dopo aver sfondato la porta a calci, aveva picchiato la donna più volte sino a procurarle lesioni refertate con 10 giorni di prognosi dal pronto soccorso dell’ospedale di Fabriano.

Ricevuta la denuncia della donna, i militari lo arrestavano per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e violazione di domicilio, trattenendolo nelle camere di sicurezza della caserma. Oggi il processo per direttissima.





Altro caso di oggi

15/10/2012 

Sfonda la porta di casa della ex e la picchia, trascinandola in bagno per i capelli: la salvano i carabinieri. Il figlio della donna ha assistito alla scena violenta .


RAVENNA - I Carabinieri  di Cervia-Milano Marittima hanno arrestato, durante il pomeriggio di domenica un 58 enne cervese ritenuto responsabile di atti persecutori commessi in danno della propria ex convivente, una trentenne commessa di una boutique di Milano Marittima. La donna non aveva mai sporto denuncia prima d’ora ma era dallo scorso mese di maggio che i rapporti tra i due, dopo una relazione durata oltre quattro anni, si erano incrinati. La donna, madre di un bimbo avuto in una precedente relazione, era tornata a vivere a Milano Marittima da sua madre ma fin da subito l’uomo aveva dato segno della propria insofferenza, appostandosi di fronte al negozio della vittima, all’inizio e al termine del lavoro, implorando perdono per i passati tradimenti e facendole sapere di essere intenzionato a togliersi la vita pur di non rinunciare a lei. 

Ogni tentativo della donna, nei mesi successivi alla separazione, di contrarre nuove amicizie, aveva dato luogo a comportamenti persecutori da parte del 58 enne verso chiunque si palesasse come possibile amante, anche se, da parte della vittima, non era mai stato colto un vero e proprio pericolo per la propria incolumità. Poi, ad agosto, una prima ascesa dei livelli di aggressività da parte dell’uomo il quale, in preda ad una crisi di gelosia, si era presentato in spiaggia, dove la donna aveva portato il proprio figlio per giocare, e lì si era impossessato del suo telefonino; da allora gli atti persecutori, consistiti in insulti e minacce, si erano estesi ad amici e conoscenti della vittima, senza tuttavia concretizzarsi mai in violenze. 

Infine l’episodio di ieri pomeriggio, quando il cervese si è presentato a casa della sua ex: dopo essere entrato nell’appartamento dove la donna si trovava in compagnia del figlio, l’uomo ha avuto un primo impeto d’ira che lo ha indotto ad insultarla pesantemente e a lasciare, in un primo momento, l’abitazione; ripresentatosi pochi minuti dopo, la donna non ha inteso in alcun modo consentire all’uomo di entrare in casa ed è a quel punto che sono iniziate le violenze. 

L'uomo sopraffatto dalla rabbia ha abbattuto, scardinandola, la porta di casa; neanche il tempo di chiamare aiuto e la donna si è ritrovata tra le mani del suo aggressore che l’ha trascinata per i capelli nella stanza da bagno e l’ha ulteriormente percossa, cingendole con forza il collo e minacciandola di morte, probabilmente al fine di farsi consegnare il codice pin del telefonino; le grida di aiuto, della donna e del figlio hanno consentito di attirare l’attenzione dei passanti che hanno allertato i Carabinieri. Immediato l’intervento di due pattuglie della Compagnia di Cervia – Milano Marittima, celeri a bloccare l’uomo e a condurlo in caserma. Condotto in serata in carcere, dove attualmente di trova ora dovrà rispondere di atti persecutori e di una lunga serie di ulteriori reati tra cui, non si esclude, il tentativo di omicidio.

 E veniamo al caso del bambino di 10 anni di Cittadella (Padova) prelevato a scuola dalla polizia per essere consegnato al padre, che ha fatto tanto clamore.



Tanto che c'è stata addirittura un'interrogazione parlamentare e su disposizione del capo della polizia Manganelli, è stata avviata un'ispezione interna.

Il questore di Padova, Vincenzo Montemagno, come si legge sul Corriere, ha però parlato di "vicenda spettacolarizzata":

"È stata una spettacolarizzazione messa in atto dai familiari materni in una vicenda complessa . L'operato è stato quello giusto nell'interesse del bambino. Tutti, tranne chi stava operando ha voluto esasperare questa situazione"

Alla madre è decaduta la patria potestà da 5 anni e sarebbe stato il papà del piccolo a chiedere aiuto ad un agente per prenderlo, visto che si divincolava, e farlo salire in auto.

Intanto l'uomo ha spiegato all'Ansa:

"(la Corte d'appello di Venezia ndr) ha emesso un provvedimento grave che ha portato alla decisione di far decadere la patria potestà della madre e il motivo di ciò è consistito nell'aver attuato un ostruzionismo strenuo che ha impedito la frequentazione tra me e mio figlio. Per cui, di fatto, il bambino non l'ho più visto. Anche perché il comportamento della madre e dei suoi familiari ha cagionato al bambino una psicopatologia secondo la quale mio figlio è esposto ad un rischio altissimo di patire dei disturbi mentali nel corso dell'evoluzione"

E ha sottolineato:

"Ho salvato mio figlio e inevitabilmente i momenti difficili sono stati tantissimi. Io per primo avverto una pesantezza però ho la consapevolezza di fare il bene di mio figlio. Penso come padre di aver diritto a frequentarlo come mio figlio, ancor prima, ha diritto di frequentare me e quindi di avere un padre. Io e la mia famiglia siamo stati totalmente eliminati dalla vita di mio figlio per periodi lunghissimi. È una situazione drammatica che non auguro a nessun figlio e a nessun padre e per la corretta evoluzione di un bambino penso si debba mantenere dei rapporti significativi con entrambi i rami parentali. O bisogna lasciare crescere il figlio, sono solo orfano del padre, ma educato all'odio del padre?"



Il video choc del bambino prelevato a forza dalla polizia da una scuola nel padovano, è ormai uno dei più visti su internet. Le polemiche che accompagnano l'azione dei poliziotti - in esecuzione di un ordine del giudice per affidare il piccolo esclusivamente al padre e condurlo in una casa famiglia, fioccano.



Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha chiesto chiarimenti al capo della polizia Antonio Manganelli: "Quelle immagini hanno creato indignazione e sgomento in tutti noi italiani. Comportamenti del genere meritano una spiegazione ed eventuali provvedimenti".

Su disposizione di Manganelli, la polizia ha iniziato un'ispezione interna. Il filmato integrale è a disposizione dell'attività giudiziaria per l'attività della competenza della stessa.

Gianfranco Fini, presidente della Camera, ha chiesto al governo di riferire quanto prima in Aula, viste le numerose interrogazioni parlamentari presentate da numerosi gruppi. La Questura di Padova, da parte sua, ha rimandato al mittente le accuse: "Il video è parziale e non si vede che uno dei due uomini che trascinano via il piccolo è suo padre. Se la famiglia materna non avesse ripreso il tutto con una telecamera, avrebbe sicuramente fatto il bene del bambino". E ancora: "Il pediatra ha visitato il bimbo. Sta bene, è sereno e gioca".

Marina Zanon, dirigente scolastica, ha invece ammesso di essere rimasta "turbata": "Ho visto successivamente le immagini in tv e ho pianto perché penso alla situazione drammatica in cui si trova il piccolo". Da registrare, poi, l'intervento di Stefano Pedica (Idv): "Il bambino è stato trattato peggio di Totò Riina. Avrà quel trauma per tutta la vita. Questi poliziotti dovranno pagare. Anche loro avranno dei figli: dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza e chiedere immediatamente scusa".



Ho versato qualche lacrima e mi si stringeva il cuore guardando il video . Mi allibisce che un povero bambino indifeso venga trattato come un delinquente anche da parte del padre, trascinandolo con forza violenta. I bambini vanno difesi e soprattutto ascoltati ! I bambini di queste tre storie porteranno i segni per tutta la vita, dal trauma causato dai genitori. E, mi auguro che dopo aver diffuso questo video laddove i poliziotti ,senza un briciolo di umanità, hanno prelevato con la forza brutale il bimbo a scuola, tanti genitori padri e madri non  si sentano autorizzati a farlo da soli ,come dimostrano le due vicende successe proprio tra ieri e oggi.
E' stata commessa una grave violenza fisica e psicologica su un bambino che non ha nessuna  colpa ...chi pagherà per tutto questo? Per adesso solo il piccolo!

Annamaria...a dopo



1 commento:

  1. Grande servizio, Annamaria. Te ne dobbiamo essere grati. Ogni parola in più è inutile.

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