giovedì 9 maggio 2013

NON SOLO CINEMA...



Vincenzo Salemme             ☻ IL DIAVOLO CUSTODE ☻




Non è la prima volta che ho assistito ad uno spettacolo di Salemme, uno dei più scoppiettanti interpreti dello spettacolo italiano.                                                                                                        La sua creatività è “evasa” dallo schermo cinematografico conquistando il palcoscenico teatrale, dove da alcuni anni mette in scena testi scritti e diretti da lui stesso.                                                                                                        L’ultimo impegno si intitola  “Il Diavolo Custode”  ed è quello a cui ho assistito in questi giorni, vi assicuro con gran divertimento, ma anche con molti spunti di riflessione sulla natura umana.                                                                                                                        Secondo il “diavolo” Salemme, lo spettacolo dovrebbe far venire voglia di parlare di più con noi stessi, con il diavolo che è in tutti noi, senza averne paura.                                                                                                                     Se quel diavolo è in noi, forse è solo un povero diavolo che non può certo farci del male, ma potrebbe darci una seconda possibilità.                                                                                            Ci lamentiamo spesso con l’universo intero e con la vita che sono stati troppo crudeli con noi, che ci hanno tarpato le ali, che ci hanno spezzato i sogni.                                                                                                                         E allora immaginiamo che un giorno il nostro “diavolo custode”salga sulla terra e venga a dirci : -Vuoi tornare a nascere e ricominciare daccapo? La vuoi una seconda possibilità? Ma sei sicuro che ne valga la pena? Ce la farai a fare di meglio? –                                                                                                          Questo è il tipo di domande che Salemme si è fatto insieme al pubblico, coinvolgendo gli spettatori, ridendo un po’, senza cattiveria e senza paura, su noi stessi.                                                                                                                     Un cast di interpreti calati nei vari personaggi con convinzione, a cominciare da Nicola Acunzo, l’aiutante “diavoletto” catanzarese,  esilarante per immagine e linguaggio dialettale praticamente indecifrabile !




Si può vivere onestamente ed essere felici? Il dubbio che pone Salemme è di quelli davvero intricati, l’eccesso di onestà porta spesso a vivere male anziché bene.                                                                                                               Ne sa qualcosa Gustavo, il protagonista della commedia; ha un piccolo bar, una moglie e una figlia diventate due estranee ed un fratello un po’ troppo impiccione, è travolto dalla crisi e rischia di perdere il bar e la casa, eppure non riesce ad essere disonesto : secondo la moglie ha “il brutto vizio di emettere scontrini”.                                                                                Gustavo è talmente depresso che sta pensando seriamente a compiere “l’insano gesto”, quand' ecco che nella sua vita piomba quel “diavolo” di Salemme, con la solita ironia travolgente : lo scopo del “diavolo custode” è quello di insinuare il dubbio, di far uscire Gustavo fuori dagli schemi, di metterlo di fronte alla realtà di una moglie diventata un’estranea, di dargli insomma una seconda chance per vivere diversamente.                                                                                    Coinvolgendo il pubblico testimone, Salemme confeziona uno spettacolo divertente basato sul meccanismo della psicanalisi, che l’attore stesso frequenta da 5 anni : ognuno di noi ha una parte violenta e segreta che stenta ad accettare, che rivela la fragilità dell’animo umano.                                                                                               Vincenzo Salemme, dunque, non si limita a distendersi sul lettino dello strizzacervelli ma ha scritto un testo sull' argomento mettendolo in scena come una sorta di training autogeno in forma teatrale.                                                                                                       La soluzione sta in noi e non fuori di noi e in ciò risiede l' importanza della psicoanalisi. Stiamo sempre a combattere contro un fantomatico nemico esterno, senza capire che il nemico è dentro di noi: conosci te stesso, questo è il nocciolo del problema!                                                                                                 Non tentiamo però solo di imparare a conviverci, bisogna sforzarsi di superare il problema, tramutandolo in un valore aggiunto.                                                                                L' uomo moderno soffre prima di tutto di solitudine e di un horror vacui che lo spinge non a "vivere" il suo tempo, bensì ad "occupare" il tempo : oggigiorno, campiamo il doppio dei nostri nonni, ma "viviamo" la metà degli anni, perché non sfruttiamo al meglio le nostre risorse e potenzialità.



E come avviene ormai da quando sono iniziate le repliche, gli spettatori escono dal teatro divertiti, nonostante i richiami alla introspezione.                                                             Un pieno delle gag più effervescenti dell’attore napoletano che fanno scaturire la risata sana e immediata, una sorta di antidoto per allontanare, almeno temporaneamente, i pensieri grigi.                                                                                                                                            E poi il consueto lungo monologo conclusivo in cui, tolta la maschera del personaggio, Salemme mantiene solo quella dell’attore in grado, però, di mandare messaggi profondi: dall’incapacità delle persone di godere del momento perché continuamente prese dalle ansie e dalla preoccupazioni, alla perdita dei valori più semplici, ma anche un lungo viaggio tra le differenze che ci sono tra l’universo femminile e quello maschile, il tutto sempre al confine tra ciò che è scritto nel copione e la sua meravigliosa arte improvvisativa.



Come assaggio vi propongo un brevissimo video, girato ad Altomonte (Cosenza), sede di rassegne teatrali di grande prestigio . . .




Buon divertimento a tutti da . . . Maria ! 




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