domenica 30 giugno 2013

SONO CADUTE DUE STELLE...

                



In questi ultimi giorni, una dopo l’altra, si sono spente 2 Stelle di grande fulgore.
Ciascuna brillava nel proprio universo riuscendo però ad illuminarne tanti altri, entrando in modi tanto diversi nei nostri piccoli cosmi.
Mi riferisco  a Stefano Borgonovo e a Margherita Hack, esponenti di 2 mondi così diversi capaci di lasciare in ciascuno di noi impronte profondissime : vi sembra strano che io faccia questo inconsueto parallelo tra il gioco del calcio e l’astrofisica.
In fondo Stefano ha brillato davvero, ancor più dopo l’insorgere della sua terribile e spietata malattia, da lui stesso definita “stronza”, che lo aveva costretto ormai a comunicare solo grazie ad un sintetizzatore vocale.



Ex giocatore di Como, Milan, Pescara e Fiorentina, se ne è andato a soli 49 anni; nel settembre 2008 aveva annunciato di essere malato di SLA, sclerosi laterale amiotrofica, una malattia che ha colpito vari sportivi.
Negli ultimi anni Borgonovo è stato per tutti l'esempio della lotta alla Sla; nel 2005 i primi sintomi della malattia, poi nel 2008 l'annuncio pubblico e la creazione della Fondazione Onlus che porta il suo nome.
Per molti, però, è stato qualcosa di più di un semplice ex giocatore colpito da una malattia incurabile, è stato un campione di vita dentro e fuori dal campo.
Nato a Giussano il 17 marzo del 1964, attaccante di razza, Borgonovo fa il suo esordio non ancora maggiorenne in serie A nel 1982 con la maglia del Como, nel 1988 in prestito alla Fiorentina esplode al fianco di Roberto Baggio con il quale  forma quella che diventerà la "B2", una coppia da 29 gol.



Arriva finalmente per lui il momento di indossare la maglia del Milan nella stagione in cui i rossoneri vincono la Supercoppa Europea, la Coppa Intercontinentale e  la Coppa dei Campioni.
Nel 2000 inizia da Como la sua carriera da allenatore dei settori giovanili, poi nel 2005 l'addio a tutto quello che era il mondo del pallone e nel 2008 l'annuncio della malattia e da quel momento l’inizio della sua battaglia con la Sla condotta attraverso la fondazione che negli anni ha potuto contare sull'appoggio di tanti campioni.


Anche nella semifinale di Confederations Cup la nostra nazionale ha giocato con il luttoal braccio : un doveroso appunto alla Fifa che ha detto no al minuto di silenzio!
Ma commemorazioni e minuti di silenzio a parte, Stefano  è stato e continuerà ad essere un esempio per il coraggio, la tenacia e la serenità con cui fino all'ultimo ha combattuto la sua malattia sul campo e sarebbe bello ricordarlo sempre con lo stesso sorriso e la serenità che ha trasmesso in occasione dell’indimenticabile serata allo stadio Artemisio Franchi di Firenze il 13 aprile del 2010, quando il sindaco Matteo Renzi gli ha consegnato il “fiorino d’oro”, massima onorificenza per un cittadino non fiorentino.



Molti sostengono che è difficile scrivere qualcosa di adeguato quando un pezzo di storia azzurra se ne va,  quando un campione di umanità, di forza e di coraggio lascia il campo
di battaglia; sta di fatto che tutti gli amanti del calcio salutano un loro beniamino,
indimenticato campione azzurro.
Tra i tanti commossi saluti espressi da tanti amici e colleghi, anche un brusco come “ringhio” Gattuso ha dichiarato che con Stefano scompare una persona che negli ultimi anni ha regalato a tutti noi lezioni di vita da non dimenticare: i suoi insegnamenti continueranno a vivere attraverso la sua fondazione, che continuerà ad impegnarsi per rendere migliori le condizioni delle persone affette da questa malattia.
Inevitabile dunque parlare di una Stella a proposito di Stefano Borgonovo . . . d’altronte è con una stella giallo-oro a 5 punte che i club calcistici  fregiano la propria maglia la decima volta che conquistano il massimo campionato italiano!



La Terra deve fare a meno di un’altra Stella, che continuerà a brillare in quel firmamento così amorevolmente scrutato per tutta la vita : un saluto a Margherita Hack.
Se n’è andata a 91 anni, dopo una vita di studio, scoperte, battaglie e soddisfazioni, ma vrebbe voluto vivere altri 10mila anni per scoprire cos’è la materia oscura, arrivare al primo istante del big bang e vedere “tutte le conseguenze meravigliose della mappatura del Dna”. 
Donna indomita, non si è mai fermata davanti a nulla, anche grazie all’educazione che fin da piccola non l’ha imprigionata in ruoli di genere predefiniti : ha infatti più volte ripetuto che è stata sempre spronata ad andare avanti, fare carriera, studiare, affermarsi.
A soli 26 anni, dopo la laurea in fisica e un breve impiego in un’industria di ottica, ha iniziato a insegnare astronomia all’Università di Firenze come associata, a 32 anni diventava docente di ruolo e cominciava a collaborare con varie università straniere tra cui Berkeley, in California, dove ha scritto “Stellar spettroscopy”, considerato ancora oggi un testo fondamentale : a 42 anni è stata la prima donna in Italia a dirigere un osservatorio astronomico, quello di Trieste, portandolo ad un livello di rilievo internazionale.



Non si è mai sentita penalizzata dall’essere donna, anche se questo non le ha impedito di essere vicina alle lotte per i diritti e per la parità : “. . . bisogna essere combattive, non timide . . .  (omissis) . . . chi ha meno diritti si deve battere per averli e non aspettare che piovano dall’alto”.
Vedeva nell’educazione il solo strumento per la vera indipendenza, anche per questo credeva nell’importanza della divulgazione scientifica, in cui si è cimentata fin da giovane.
Il suo impegno civile è stato caratterizzato da un ateismo convinto che l’ha portata a criticare le ingerenze della religione e a diventare garante scientifica del Cicap  (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale),  presidente onorario dell’Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) e ad iscriversi all’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.
“La vita e la morte appartengono all’uomo e non a Dio”, diceva e secondo lei uno Stato laico e non teocratico deve riconoscere il diritto all’eutanasia come all’aborto, alle unioni civili, al divorzio, alla ricerca sulle cellule staminali embrionali.
Impegnata in prima persona in politica, è stata candidata per il partito dei Comunisti italiani e la Federazione della sinistra.
Nota al grande pubblico soprattutto per le due doti di divulgatrice, nel mondo della ricerca ha occupato una posizione di primo piano fin dall'inizio della sua lunga carriera. Celebri anche le sue battute taglienti ed i modi schietti, conditi dal forte accento toscano che non ha mai abbandonato, così come la sua grande gentilezza.



Al termine della seconda guerra mondiale si é laureata in astrofisica sotto il fascismo, cui non ha mai aderito, con una tesi sulle Cefeidi, le stelle 'pulsanti' che si sono rivelate fondamentali nella misurazione delle distanze delle galassie.
Grazie alla sua popolarità ha saputo avvicinare la scienza al grande pubblico negli innumerevoli incontri dal vivo in rassegne e festival, in teatri e auditorium, nelle partecipazioni televisive.
Vegetariana convinta fin da bambina, ha sempre ritenuto un abominio mangiare la carne, anche questo un atteggiamento controcorrente.
Amante della bicicletta, da tempo non poteva più pedalare, dal momento che le sue condizioni erano progressivamente peggiorate : ma solo nell’aprile del 2012 scatenò una polemica quando un medico triestino si rifiutò di rilasciarle il certificato di abilitazione di rinnovo della patente.



Lei parlò di pregiudizi e cominciò una battaglia personale per continuare a guidare la sua Panda : indomita, benché camminasse quasi soltanto aiutandosi con stampelle e con molta fatica.
La “signora delle stelle” lascia due grandissimi amori : un’immensa biblioteca composta di 24 mila libri, volumi che per sua intenzione saranno donati alla città di Trieste ed il marito Aldo conosciuto nella loro natia Firenze e sposato 70 anni fa, la prima e l'ultima volta che era entrata in una chiesa!
Ecco . . . penso proprio che le parole sin qui dette possano bastare e lascio queste due personalità brillare inondandoci della loro ormai inesauribile luce.




 MARIA


2 commenti:

  1. Sì, Maria, erano due stelle. Grazie per avercele ricordate.

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  2. E con te fanno 3 . . . ma tu sei salda e non cadi. Se vacilli ti tengo io! A.

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