lunedì 8 luglio 2013

Ragazza stuprata da clandestini scrive al Papa: “Perché vai a Lampedusa?”

In Occidente
 Pubblico la lettera aperta al Papa, scritta da una ragazza cattolica praticante stuprata da due cosiddetti ‘profughi’.

Ho inviata questa lettera ad alcuni giornali, nessuno l’ha pubblicata, purtroppo credo di capire il perché. Spero in qualcuno che abbia il coraggio di pubblicarla.

Due anni fa sono stata vittima di violenza, odio parlarne, ma quando sento politici come Boldrini dire che non esistono clandestini, e che sono tutti profughi, è come se venissi stuprata un’altra volta. Io li ho conosciuti i clandestini, una sera di Marzo del 2011, mentre tornavo a casa da lavoro. Quel giorno è come se fossi morta. Quando li trovarono, i carabinieri sgomenti mi spiegarono che erano in Italia con il permesso umanitario dopo essere sbarcati a Lampedusa.
Chi Le scrive Santità, è una giovane donna cattolica, che è sempre andata in chiesa, una donna che crede in Dio, ma che non crede più in chi, qui, lo rappresenta.

Lei l’otto di luglio andrà a Lampedusa, a testimoniare la sua solidarietà ‘agli ultimi’. Così ho letto che definite quei giovani uomini che pagano migliaia di euro per sbarcare in Italia: due di quelli che lei chiama ‘ultimi’ mi hanno violentata. Si sono portati via per sempre la mia gioia di vivere, piantando i chiodi della tristezza nel mio cuore. L’otto luglio, anche lei pianterà un altro chiodo nel mio cuore.

LETTERA FIRMATA


In oriente

Si chiamava Mariam, era una 15enne cristiana di Qusair, città del governatorato di Homs, 35 km a sud del capoluogo. La città, roccaforte dei cosiddetti ‘ribelli’ siriani, è stata riconquistata dalle truppe dell’esercito regolare agli inizi di giugno. Troppo tardi per Mariam.

La famiglia di Mariam era in città quando miliziani legati al gruppo jihadista – alleati degli Usa e dell’Europa – “Jabhat al-Nusra” l’hanno conquistata e occupata. Mentre la sua famiglia è riuscita a fuggire, Mariam è stata catturata e obbligata a un matrimonio islamico.
Nello stesso periodo era stata diffusa in Siria la ‘celeberrima’ fatwa emessa da Yasir al-Ajlawni – uno sheikh salafita di origine giordana, residente a Damasco – che dichiarava lecito per gli oppositori del regime di Bashar al-Assad lo stupro ai danni di “qualunque donna siriana non islamiche”. Quindi cosa di meglio di una ragazza cristiana?

Il comandate del battaglione “Jabhat al-Nusra” a Qusair ha preso Mariam, l’ha sposata e violentata. Poi l’ha ripudiata. Il giorno seguente la giovane è stata costretta a nozze islamiche con un altro militante. Anche questi l’ha violentata e poi ripudiata. La stessa dinamica si è ripetuta per 15 giorni, e Mariam è stata stuprata da 15 uomini diversi. Inutile dire che questo l’ha distrutta psicologicamente e nell’anima, fino a farla impazzire. Alla fine si è uccisa.

“Queste atrocità non sono raccontate da nessuna Commissione internazionale”, ha detto all’agenzia Fides due sacerdoti greco-cattolici, p. Issam e p. Elias da poco ritornati in città. I due stanno raccogliendo tutti i drammi e le atrocità commesse dagli alleati di Obama da numerose famiglie.

“Chi farà qualcosa per proteggere i civili, i più vulnerabili?”, chiedono sconsolati. Come riferito a Fides, i due hanno appena celebrato una santa Messa per consacrare nuovamente la chiesa cattolica di Sant’Elia a Qusair. La chiesa era stata saccheggiata e profanata dai terroristi islamici, ed era divenuta base logistica e residenziale per gruppi di ribelli.

Nel frattempo, il capo supremo del Cristianesimo è sbarcato  a Lampedusa per testimoniare la sua vicinanza ai clandestini somali ed eritrei. Islamici. Anche su di lui peserà il giudizio degli stupri che commetteranno in Italia. Lui che tace sulle atrocità commesse nel mondo islamico.

La speranza



Per molte donne c'è l'umiliazione e la violenza in cambio della speranza di una vita nuova. E' quello che sono costrette a subire le donne che dai paesi del Corno d'Africa di cui sono originarie, fuggono per approdare in Italia. Gli abusi vengono compiuti da trafficanti di esseri umani senza scrupoli,quelli che organizzano le traversate prima via terra, nel deserto del Sudan, poi nel Canale di Sicilia a bordo di imbarcazioni di fortuna. A Lampedusa negli ultimi due anni l'80% delle donne sbarcate sono state vittime di violenze sessuali e alcune volte sono anche rimaste incinte: «Una notte sono arrivati due uomini nella casa abbandonata al confine fra la Libia e la Tunisia in cui ci avevano fatto sistemare in attesa di partire per il mare. Eravamo una quarantina e queste persone, che indossavano una divisa, mi hanno preso e portata via con la forza. Sono stata condotta in una casa disabitata dove hanno iniziato a violentarmi». È il racconto che Blessing, una ragazza di 18 anni, eritrea, fa nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa. «Quando mi hanno liberata e sono tornata nel gruppo - spiega Blessing - sono stata accolta da altre due donne che mi hanno stretta fra le loro braccia e con l'espressione del volto mi hanno fatto capire che anche loro avevano subito la mia stessa sorte». Ed è per questo motivo che gran parte delle donne che arrivano sull'isola sono costrette a ricorrere alle visite mediche al poliambulatorio di Lampedusa, dove vengono riscontrate, anche su ragazze di 15 e 16 anni, violenze sessuali con lacerazioni evidenti.



Il lungo e faticoso viaggio per raggiungere la costa libica lo racconta anche Fatia, una diciassettenne somala, ennesima vittima di abusi. «Siamo partiti dal mio paese a piedi - ricorda la ragazza - eravamo un gruppo di cinquanta persone. Abbiamo attraversato il deserto del Sudan. E proprio qui, gli uomini che guidavano la spedizione, ci hanno chiesto di avere altre somme di denaro per proseguire il viaggio, che già avevamo pagato anticipatamente, altrimenti dicevano che ci avrebbero lasciato morire nel deserto. Alcuni di noi avevano da parte qualcosa e abbiamo pagato, altri non hanno potuto, e qualche donna che non aveva somme di denaro è stata violentata, pur di poter proseguire il viaggio». Le vittime di queste atrocità parlano di violenze di gruppo subite anche per giorni e giorni durante i tragitti o in attesa di essere imbarcate sulla prima «carretta» del mare. Nessuna di queste ragazze vuole però denunciare per paura di ritorsioni che possono subire i familiari rimasti nel paese d'origine. Quando queste donne non lo fanno, a volte sono i mariti che si rivolgono alle volontarie per chiedere aiuto. E in questi casi sono loro a raccontare le violenze avvenute sotto i loro occhi. 



Chiudo con una riflessione del Papa , riferita ai fedeli , durante la breve  visita di oggi a Lampedusa: 

La globalizzazione dell'indifferenza. La «cultura del benessere» ci rende «insensibili alle grida degli altri», ci fa vivere «in bolle di sapone», in una situazione «che porta all'indifferenza verso gli altri - per il Papa -, anzi porta alla globalizzazione dell'indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell'altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!» «Chi è il responsabile del sangue di questi fratelli e sorelle? - ha chiesto il Papa parlando dell'aspetto dell'indifferenza - Nessuno! Tutti noi rispondiamo così: non sono io, io non c'entro, saranno altri, non certo io».

ANCHE LA CHIESA FACCIA "MEA CULPA"



Annamaria... a dopo

2 commenti:

  1. LA DONNA STUPRATA
    Stuprare una donna è un atto agghiacciante, ignobile, disumano. Ma di chi è la colpa?
    -dello Stato? E' una entità, non possiamo incarcerare lo Stato;

    -Della Chiesa? e quale mea culpa deve fare la Chiesa: nessuna. La Chiesa e' un'istituzione e detta professando principi morali. Spesso sono gli uomini di Essa che peccano.

    -della Società? siamo tutti noi membri della Società e allora dovremmo pagare tutti in blocco? No, assolutamente!

    -degli stupratori? Sì, la colpa e' loro, Loro sono gli autori del male fatto e loro devono pagare, espiare la pena in modo adeguato.
    La domanda sorge spontanea, diceva un noto giornalista televisivo, lo Stato dovrebbe bloccare gli sbarchi di TUTTI gli stranieri che vogliono rifugiarsi nel nostro Paese perchè li dovremmo considerare TUTTI stupratori e delinquenti?
    Il Male alligna dappertutto, "coesiste" al Bene. E' come l'altra faccia di una moneta: vanno in parallelo, in sincronia. Ho parlato spesso di amore, di vita di coppia, di sesso e di altri argomenti simili. Forse qualcuno si sorprenderà se scomodo S. Agostino, ma anche la filosofia e' stata ed è tuttora oggetto di miei continui richiami. Orbene, si è parlato del male. ma DOVE NASCE LA DISUMANA tendenza degli uomini a compiere il male? PERCHE' SI COMPIONO AZIONI MALVAGIE SENZA SCOPO E SENZA UTILITA'? e San'Agostino ci risponde: "La tendenza a peccare è innata e immotivata: quasi sempre si compie il male per il solo gusto di farlo, senza altro scopo che il piacere della trasgressione. L'uomo, dichiara il Santo, è "naturalmente" portato alla malvagità e solo con l'aiuto di Dio può salvare la propria anima. Ma il salvataggio dell'anima è già un altro discorso.
    A ogni Lettore le proprie riflessioni.
    ENZO

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  2. UN GRANDE "PEZZO" GIORNALISTICO ED UN GRANDE COMMENTO, ENZO. IL MALE SI COLPISCE DOVE C'E' E SI COMPIA UN'OPERA DI VERA EDUCAZIONE AL RISPETTO E ALL'AMORE PER TUTTI. BATTAGLIA DISPERATA? Sì.

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