venerdì 22 novembre 2013

ALLUVIONE SARDEGNA



Si dovrebbero  piangere in silenzio le sedici vittime innocenti del ciclone, e risparmiare fiato  Ma in silenzio non si può più stare. ... non si può stare zitti ascoltando la favoletta della malasorte, dell'evento straordinario e imprevedibile, qualcosa che accade una volta ogni millennio. Tutti gli anni un pezzo di territorio italiano frana o affonda. Oggi è successo alla Sardegna, ieri alla Liguria. Domani a chi? Perché vorremmo sentire parlare sempre meno di protezione civile e sempre più di prevenzione civile. La cura del territorio è anche cura delle persone, ma chi ci amministra spesso finge di ignorarlo. I fondi stanziati dal governo per la messa in sicurezza del nostro territorio sono ridicolmente esigui. E capita pure, guarda caso proprio in Sardegna, che quando ci sono vengano dirottati dalla Regione verso altri capitoli di spesa. Perché le polemiche del giorno dopo sul tempismo dell'allarme non hanno senso. E sono ingiuste nei confronti degli uomini della protezione civile, gente generosa, abituata a farsi in quattro per aiutare. Senza coordinamento tra protezione civile ed enti locali, Regione in primis, qualsiasi allarme, anche il più tempestivo e dettagliato, è solo un pezzo di carta.

FRANCO GABRIELLI

Vogliamo dare la colpa a Gabrielli se la Sardegna è tra le sei regioni che non hanno ancora avviato i Cdf (Centri Funzionali Decentrati), gli organismi destinati a coordinare i soccorsi in caso di bisogno? O se il 40 per cento dei comuni sardi non ha un piano di emergenza, lo strumento che permette di gestire l'allerta meteo predisponendo aree di evacuazione, vie di fuga e presidi di sicurezza dei fiumi? Eppure sarebbe obbligatorio dal 1970.
Basta lacrime di coccodrillo. Non è solo colpa del destino cinico e baro se è proprio Olbia la città martire di questa catastrofe. La città è stata oggetto, negli ultimi anni, di una «urbanizzazione incontrollata». Un modo elegante e delicato per spiegare il decennio di edificazioni selvagge avvenute quando in municipio sedeva il sindaco Nizzi. Con ventitrè nuovi quartieri e diciassette piani di risanamento per legalizzare ciò che era nato abusivo.
Perché sarebbe bello che oggi Cappellacci decidesse di sospendere il tour per promuovere il suo Piano paesaggistico, e aprisse invece un confronto serio con tutte quelle voci critiche – a partire dagli ambientalisti per arrivare al ministero – che da mesi denunciano il rischio che, dietro alle nuove norme, si nasconda un allentamento dei vincoli di tutela del territorio sardo, ed il sostanziale via libera ad una nuova, l'ennesima, colata di cemento. Un passo indietro per riflettere, non sarebbe una sconfitta.

La doverosa ricerca delle responsabilità non deve fermarsi al geometra di turno, al piccolo funzionario, all'ultimo subappaltatore. E che ancora una volta la passino liscia gli intoccabili di sempre, il Grande Partito Sardo del Mattone, quello dell'edilizia a tutti i costi, ovunque e comunque. Quell'intreccio ben cementato – è proprio il caso di dirlo – tra affari, politica e massoneria che in questo caso la Sardegna conosce e subisce da troppo tempo.



COSI GIUSTO PER RICORDARLO
Notizia del mese di agosto 2013, pochi mesi fa...

SARDEGNA: Ecco come sperpera i soldi pubblici Cappellacci: pubblicità istituzionale.
Pero', per la Corte dei Conti,  Cappellacci  – secondo il dirigente della Corte Stefano Deliperi – “ha revocato fondi per 1,5 milioni destinati a interventi a difesa del suolo e contro il dissesto idrogeologico”.


UGO CAPPELLACCI

Nonostante la Sardegna registri un tasso di disoccupazione più alto di 6 punti percentuali rispetto al dato nazionale (18,6% contro 12,1%), e un calo di 43mila unità lavorative solo durante lo scorso anno, la Regione non bada a spese per quanto riguarda la pubblicità. È dell'8 agosto, infatti, una delibera della giunta presieduta dal governatore Ugo Cappellacci, Pdl in carica dal 2009, che stanzia 136mila euro con Iva esclusa "a favore della Società Visibilia Srl" di Daniela Santanchè, concessionaria pubblicitaria che 'creerà' "sette inserti interamente dedicati alla Sardegna" da pubblicare sul quotidiano 'il Giornale'.



 "Il progetto editoriale - si legge ancora sulla delibera - è dedicato alle azioni che hanno connotato l'attività istituzionale della Regione nei diversi settori strategici. Nell'ambito degli inserti saranno sviluppati i temi del turismo, dell'ambiente, dei trasporti, dell'economia, della sanità, dell'innovazione tecnologica, dell'agricoltura e della zona franca".


MICHELA MURGIA

Un operazione per la verità non nuova, quella del presidente della Regione, sempre molto attento e propenso a spendere e spandere per quanto riguarda la 'comunicazione': già nel 2011 i fondi per la pubblicità istituzionale, inizialmente fissati in 3milioni e 856mila euro, avevano avuto un significativo aumento di all'incirca 3milioni, mentre l'anno scorso fu aspra la polemica tra Cappellacci e la scrittrice Michela Murgia, candidata alle regionali, riguardo lo stanziamento di 796mila euro che vennero divisi tra una trentina di società, compresa quella della 'pitonessa' del Pdl.

Anche in occasione della delibera di poche settimane fa non sono mancati i botta e risposta, e in prima linea a mettere in dubbio l'utilità del nuovo ingente utilizzo di soldi pubblici si è schierato il vicepresidente Pd del Consiglio regionale Mario Bruno che su Facebook scrive:" Nell'approvare lo stanziamento di 136 mila euro (iva esclusa) a Il Giornale, per sette inserti "interamente dedicati alla Sardegna nell'ambito dei quali saranno sviluppati i temi del turismo, dell'ambiente, dei trasporti, dell'economia, della sanità, dell'innovazione digitale, dell'agricoltura e della zona franca", la Giunta ha tenuto conto "del qualificato livello e dell'ampia diffusione nazionale, sia in edicola che attraverso web, del predetto organo di stampa, nonché della qualità della proposta sopra illustrata, quale efficace strumento di divulgazione e valorizzazione della Sardegna e del suo sistema territoriale e produttivo". Due riflessioni: quale ricaduta dovrebbe portare la pubblicazione su quel quotidiano di questi inserti di propaganda, quali effetti concreti sul turismo o sul lavoro? E perché proprio al giornale della famiglia Berlusconi?". Piccata la risposta di Alessandro Serra, portavoce del governatore:"La nostra campagna 'Sardegna è tutta un'altra storia' è stata pubblicata su l'Espresso, La Repubblica, Il Sole 24Ore, persino su Tiscali. Si polemizza solo perché questa volta lavoriamo con il Giornale: questo è un atteggiamento bifronte". Ma nonostante i battibecchi della politica, ci sono effettivamente dei punti poco chiari rispetto a questa operazione: stando a quanto riporta Sardiniapost, il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, ha una buona tiratura in Lombardia dove sicuramente gli inserti saranno seguiti, rischiando però di 'tagliare fuori' una grossa fetta di cittadini dalla campagna pubblicitaria. Inoltre molti dubbi sorgono anche sulla scelta di tempo della pubblicazione che avverrà "tra settembre e ottobre", periodo non propriamente vacanziero per una regione come la Sardegna.



Notizia di questi giorni

LA CEMENTIFICAZIONE DI OLBIA...

DURANTE IL MANDATO DEL MEDICO DELLA MAMMA (SETTIMO NIZZI) DEL berlusconi" DAL 97 AL 2007, BEN 23 QUARTIERI
SETTIMO NIZZI


Olbia indifesa dopo dieci di cementificazione sotto la guida di Settimo Nizzi, fedelissimo del Cav



Ponti distrutti, strade allagate, voragini. La provincia di Olbia è stata tra le più colpite dalla potenza distruttiva del ciclone Cleopatra. Ma il volto del suo territorio aveva già cominciato a cambiare molto prima, almeno quindici anni fa. Una trasformazione, di cui parla oggi Il Sole 24 ore, coincisa con l’ascesa di Settimo Nizzi, “uno dei tanti medici di Silvio Berlusconi che accorre una notte a Villa Certosa per visitare mamma rosa, oggi coordinatore Pdl in Sardegna e fedelissimo del Cavaliere.

Inizia così la sua inarrestabile carriera da sindaco, i dieci anni (1997-2007) dei ventitré quartieri che sorgono dal nulla e diciassette piani di risanamento. Un’ipertrofia lapidea che come il ciclone Cleopatra spazza via leggi e regolamenti. I piani regolatori abortiscono sistematicamente sul nascere. Pittulongu, un pregiato tratto di costa fino ad allora popolato da nasse reti e barche di pescatori, è l’oggetto concupiscente dei vip che sbarcano nel Continente. Un’incontinenza cementizia che spinge un magistrato a mettere sotto sequestro in intero quartiere e arginare la marea montante di 270 licenze edilizie.

La carta che Nizzi può giocare, spiega il quotidiano, è la perequazione. La possibilità cioè di scambiare terreni dell’entroterra con altri più ambiti.

Nizzi governa a colpi di varianti, regolamenti ad hoc e ordinanze su misura. Sui rii che sfociano nello stagno di Pittulongu si costruiscono magioni con i prati inglesi difesi da possenti mura di cinta. Il resto della città segue il medesimo andazzo. Si costruisce abusivamente a Putzolu, Santa Mariedda, Baratta. I 2700 olbiesi che a ogni elezione comunale lo votano sentitamente ringraziano. La disinvoltura del sindaco di Olbia è senza argini come l’oceano d’acqua che ha sommerso questo antico borgo sul mare che volle farsi metropoli.

La Regione in relatà ha fatto di più. Dal 27 febbraio 2004 non passa mese nel quale la Protezione civile non solleciti la Sardegna a istituire il Centro funzionale che oltre a elaborare i bollettini meteo sia in grado di valutare gli effetti al suo di cataclismi come quello dell’altra notte.


Entro il 2014 la Regione ha promesso di istituire questa struttura. Nell’attesa, come è avvenuto in questi dieci anni, sarà la Protezione Civile a supplire. Anche se, spiega l’ingegner Silvano Meroi, direttore del servizio rischi idrogeologici e antropici della Protezione Civile, basterebbe davvero poco: “Sono sufficienti 22 uomini per monitorare la situazione nelle 24 ore. Le attrezzature non costano nulla”.
-basta casta-Globalist-la nuova Sardegna



Per finire, mi associo a quanto detto dallo scrittore MAURO CORONA a Radio 24 "La Zanzara" riguardo alla "generosità" di Briatore: adesso che il Billionaire è in decadenza lo mette a disposizione degli sfollati dell’alluvione. Ma che bel gesto pubblicitario, è solo marketing““Metta a disposizione una trentina di milioni per rifarsi la casa . Gioca col pretesto dei morti”. “Dov’era prima per la Sardegna?  Dove ha portato posti di lavoro? Ma per piacere. Allora regali il Billionaire che facciano una stalla per mettere le greggi. Lo dia ai pastori sardi, così fanno la mungitura e il formaggio”.

Annamaria... a dopo



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