mercoledì 18 dicembre 2013

LA FABBRICA DEI BITCOIN NEL PC




Un approfondimento sulla bitcoin ed eventuali rischi




Pensateci bene prima di iniziare. Esiste una fabbrica dei soldi nel PC?

Avviso a tutti i lettori!

Quello che andrò a riferirvi  è di una difficoltà enorme, perché il linguaggio non sarà facile da comprendere, nonostante il mio zelo nel semplificarlo. Il contenuto e i meccanismi da capire sono altrettanto astrusi per chi non è esperto in tecnologie informatiche.

Il 3 gennaio 2009, il giapponese Satushi Nakamoto presentò al grande pubblico il Bitcoin, una nuova forma monetaria ed elettronica.

COME NASCE UN BITCOIN
Tutto ruota attorno a un software che lavora costantemente per cercare di risolvere un algoritmo (cominciamo con i termini difficili), comunque, spiego: un algoritmo è un procedimento di calcolo che porta a una soluzione di un certo numero di operazioni; tramite un software cerca di risolvere un algoritmo spedito da un server remoto.  Siccome è un procedimento molto difficile, tutti i PC, sui quali è installato il software di mining, parola del gergo tecnico  inglese che serve per identificare la produzione di Bitcoin, si uniscono fra loro creando un pool. Ogni volta che il pool riesce a risolvere l’algoritmo, il server assegna 25 Bitcoin all’intero gruppo. Il gruzzolo viene poi diviso in maniera proporzionale fra tutti i PC che hanno partecipato all’operazione.

Le monete guadagnate vengono poi conservate in un portafogli digitale (wallet), che è un semplice file conservato nel nostro PC, perso il file, si perdono tutti i soldi!

MONETA VIRTUALE TRA DUBBI E PAURE
Cerchiamo di capirci di più.
Già, perché attorno alla moneta digitale ruotano ancora troppo perplessità da non sottovalutare prima fra tutte la non tracciabilità delle transazioni. Sebbene ogni scambio sul sito venga registrato sul sito Web ufficiale del Bitcoin, è impossibile risalire all’identità del mittente e del destinatario. Ciò perché ad ogni portamonete (di fatto un vero e proprio conto elettronico) non è associato alcun nome e cognome. Non serve una registrazione, né tanto meno un documento di riconoscimento per dar vita al proprio portafogli virtuale. E per i malfattori – che sono dappertutto –  è già una vittoria, a tal punto che allo stato attuale, aprite bene le orecchie, il Bitcoin viene utilizzato sul Web per acquistare droga, armi e altro materiale assolutamente illegale reperibile esclusivamente sui canali segreti della Internet invisibile.

E poi c’è un’altra questione decisamente importante: a cosa servirà mai risolvere questi complessi algoritmi, di cui abbiamo riferito all’inizio. E poi chi ci dice che dietro ai Bitcoin ci siano persone oneste? Dietro ai Bitcoin potrebbe esserci qualcosa di veramente grosso, magari un gruppo di hacker che si ingegna per violare la sicurezza del sistema informatico globale.

BITCOIN: MA QUANTO MI COSTI?
Produrre Bitcoin quanto costa?
Un gruppo di esperti informatici rivista IDEAWEB ha voluto controllare la produzione di Bitcoin. Ed essi hanno dichiarato quanto segue:

“L’hardware  che abbiamo utilizzato è di tutto rispetto, ma non sufficiente a farci arricchire. Il consumo elettrico registrato dal nostro PC è stato di circa 139,5 Watt per ogni ora di utilizzo: supponendo che il costo medio di 1 KWh di energia elettrica sia di 17 centesimi di euro, ogni giorno ci siamo ritrovati a togliere di tasca più del denaro guadagnato!
I 248,3 MHash/s del PC utilizzato. Infatti, sono stati in grado di generare 50 eurocent/giorno (anche se questo è un valore che varia in base all’andamento del valore del Bitcoin stesso e alla difficoltà nel generarli) a fronte dei 56 eurocent/giorno spesi in energia elettrica. Il tutto senza esaminare i costi per la connettività a Internet. Discorso diverso, invece, se si prende in considerazione il BFL.  BitForce Single SC che è in grado di lavorare ad una velocità di 50 GHash e, stando a quanto dichiarato dal produttore, dovrebbe portare un guadagno netto di circa 27.000 euro all’anno!
Ma si fa presto a cantar vittoria:
c’è da valutare il fattore di rottura. A grossa potenza di calcolo, corrisponde un alto rischio di danneggiamento dell’hardware al punto che lo stesso Bitcoinx calcola una probabilità di guasto dei BFL BitForce abbastanza elevata: ogni 20 giorni potremmo ritrovarci a dover comprare un nuovo sistema a un prezzo tutt’altro che conveniente (circa dollari  2.500).  Domanda: Il gioco vale la candela?

La EBA (European Banking Authority) ha avvertito dei rischi connaturati all’utilizzo delle monete virtuali: l’attacco è, naturalmente e direttamente, rivolto a Bitcoin. Inoltre, giudizi negativi sono stati espressi da molte altre autorità bancarie internazionali, europee ed extraeuropee.

Credo di aver fatto un minimo di chiarezza in un argomento, credetemi, ostico; in certi casi mi sono trovato in difficoltà anch’io e determinati meccanismi restano ancora non “afferrati” dallo (noi) cioè io scrivente.

Personalmente, gentili Lettori, vi suggerisco di tenervi ben lontani da Bitcoin.

ENZO

Fonti: -          Computer Bild- Idea Web




1 commento:

  1. Seguo volentieri il tuo consiglio, Enzo: Starò lontanissimo dai bitcoin anche se una certa curiosità ce l'ho.

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