martedì 14 gennaio 2014

F. BOCCIA E N. DE GIROLAMO, LA COPPIA DI LARGHE INTESE...

La coppia De Girolamo e Boccia sono l'emblema del pd e del pdl che qualcuno si ostina a voler sostenere.Un ministro di destra, sposata con un deputato di sinistra, che sa come dimostrare chi comanda, mandando i controlli, per fare acquisire 
successivamente un bar dell'ospedale allo zio.
Tanto potere e tanta arroganza da far impallidire il ricordo del peggiore Vito Ciancimino ex sindaco di Palermo. Ma quando finirà questo strazio??


by- Repubblica.it

"Quello che sta subendo Nunzia è un linciaggio, un autentico linciaggio. Per lei è una prova dura". La "prova" è dura stavolta anche per lui, Francesco Boccia, il marito del ministro nella tempesta. Anzi doppiamente dura, visto che proprio dal suo partito, il Pd, arrivano le richieste di dimissioni della moglie.

Professore di economia, master alla Bocconi, una lista di ricerche pubblicate, Boccia è presidente della commissione bilancio della Camera. Le larghe intese, dopo averle fatte in casa sua sposando un ministro (allora) di Forza Italia, le ha replicate anche nel partito. Collaboratore di Enrico Letta, ha poi sostenuto Renzi alle primarie. È proverbiale la sua freddezza, l'atteggiamento compassato da Lord di Bisceglie. Ma quando gli si tocca "Nunzia" l'aplomb lo perde eccome. "Il fatto è che vedo in giro troppi censori improbabili, troppi sepolcri imbiancati che farebbero bene a tacere. Io conosco la vita e la strada, ma c'è un limite alla mancanza di pudore. Vede, accetto tutto, tranne i falsi moralisti".

Non vuole dire con chi ce l'abbia, forse con tutti. A partire dai giornali che stanno illuminando più di altri la vicenda della Asl di Benevento, al solo scopo di "attaccare il governo Letta". Ma certo ce la deve avere anche e soprattutto con quella parte del suo partito - da Sandro Gozi a Paolo Gentiloni - che ha deciso di cavalcare l'affaire De Girolamo. "Sono state chieste le dimissioni per mia moglie? Loro hanno il loro diritto, perché questa è la politica, sono le regole della politica. Li comprendo, li capisco, è successo molte altre volte. Ci sarà un dibattito e il ministro si difenderà da sola, è in grado di farlo". La chiama "il ministro", proprio per sottolineare il distacco tra la vicenda personale e quella politica. Ma poi il diaframma salta, inevitabilmente: "Si dimette, non si dimette? Io non lo so. Purtroppo i danni che dovevano essere fatti ormai sono stati fatti".

La mattina, per un impegno ormai fissato, Boccia si trova a Napoli al forum sulla legalità organizzato da sette associazioni di ispirazione cattolica (Cisl, Acli, Coldiretti, Confcooperative, Confartigianato, Movimento cristiano lavoratori, Compagnia delle Opere). Sembra uno scherzo del destino, il titolo è impegnativo: "Ladro chi ruba e chi mantiene il sacco". E Boccia deve relazionare, niente di meno, sull'etica della responsabilità. "È stato
faticoso, un palazzetto con quattro mila giovani, ma non potevo dare buca", confida.

L'etica della responsabilità e l'etica dei principi. Persino il vecchio Weber sosteneva che "il raggiungimento di fini buoni è accompagnato il più delle volte dall'uso di mezzi sospetti". Boccia ha poca voglia di scherzare. "Chi sbaglia paga nella vita, sempre. E io appartengo a quella scuola antica, molto rigorosa con tutti, con chi è accanto e con chi è di fronte, ma chi sbaglia lo faccio decidere alla magistratura, non lo decido io. Dell'etica e della responsabilità ho fatto la mia ragione di vita: sull'etica della responsabilità invito tutti, nel nostro mondo, a farsi un esame serio di coscienza. Ecco, su questo mi piacerebbe aprire un dibattito molto profondo".

Quanto alla vicenda di Benevento, alle registrazioni "illegali" a casa De Girolamo fatte da Felice Pisapia - "un delinquente che sta al domicilio coatto, uno accusato di truffa e peculato" - , Boccia non vorrebbe proprio entrare. L'unica cosa che si lascia sfuggire è il sospetto, o forse qualcosa di più, che si tratti di un caso montato ad arte per precisi interessi politici e affaristici. "I giornali hanno abboccato, ma questa è vicenda è stata costruita sul territorio a tavolino. Era sul mercato da mesi e nessuno se la comprava. Adesso è uscita fuori". Chi l'ha costruita a tavolino? Boccia lo sa ma non lo dice. Lascia intendere che l'identikit corrisponde a un personaggio preciso di Benevento, un politico. Mentre Felice Pisapia sarebbe solo una pedina.




by F.Q
30 luglio 2012, ore 19 e 15. Inizia la riunione a casa del padre di Nunzia De Girolamo. Dura 116 minuti. Ad un certo punto il ‘direttorio’ affronta il problema dell’ubicazione degli uffici Asl ad Airola.

Nunzia De Girolamo: “Sai cos’è? Che Tanga (?) vuole un compenso… Dove dovremmo metterlo? A Sant’Agata che Valentino (il sindaco, ndr) è uno stronzo? Cioè, nemmeno è venuto da me”.

Michele Rossi (manager Asl Benevento): “Ma aspetta, attenzione, perché noi questo… Valentino è diverso, Nunzia. A Valentino noi non gli stiamo facendo un piacere”.

Felice Pisapia (direttore amministrativo Asl): “Mh”.

Rossi: “A Valentino stiamo creando un po’ di problemi che lui intelligentemente ha incassato”.

De Girolamo: “Ah”.

Rossi: “Nel senso che noi gli stiamo spostando delle attività da…”.

Pisapia: “Dal centro città alla periferia”.

Rossi: “Dal centro città nell’ospedale” 

(…)

Rossi: “Quindi lui ha incassato questa cosa…”.

De Girolamo: “Ma lui però non ha… Non avrà piacere che lo mettiamo ad Airola”. 

(…) 

Più avanti si parla di una struttura a Puglianello
Luigi Barone (collaboratore di Nunzia De Girolamo): “…fatto a Puglianello, il coso… Puglianello era centrale, eh!”.

Gelsomino Ventucci (direttore sanitario Asl): “No ma quello quando…”.

Barone: “…il sindaco era Tonino Bartone, non perché era centrale…”. 

Ventucci: “Sì, volere è potere, politicamente si può…”. 

Barone: “Allora dico (inc.) a me se i nostri sindaci non hanno interesse, si fa ad Airola e si può fare anche a Forchia!”. 

De Girolamo: “No, Forchia no!”. 

Barone: “No, voglio dire…”. 

De Girolamo: “Preferisco poi darlo ad uno del Pd che ci vado a chiedere 100 voti…”. 

Infine si parla dell’ospedale religioso Fatebenefratelli
De Girolamo: “Miché, scusami, al Fatebenefratelli facciamogli capire che un minimo di comando ce l’abbiamo. Altrimenti mi creano “coppetielli” con questa storia. Mandagli i controlli e vaffanculo”. 

Pisapia: “Sempre colpa tua è!”. 

(…) 

De Girolamo: “Così si impara Carrozza (direttore amministrativo Fatebenefratelli, ndr)! E che cazzo! Va da Michele, Michele è sempre disponibile, viene da me…”. 

Rossi: “Quelle lettere che lui mi chiese gliele ho fatte tutte e due”. 

(…) 

Pisapia: “Se Fra’ Pietro gli dà l’ok, Carrozza, anche se non è d’accordo, lo fa”. 

(…) 

De Girolamo: “E perciò, se tu gli crei un problema di controllo, devi vedere come diventano tirchi! Devi vedere Fra’ Pietro come dice a Carrozza: Accelera”! 

Pisapia: “Eh, credo”. 


De Girolamo: “E fagli il 700!”.





Ancora una volta, ci troviamo nel tipico esempio di una classe politica che invece di governare per il bene del Paese usa la "poltrona"  per distruggere i nemici e per far emergere gli amici con corruzione e malcostume. Funzionari, dirigenti ASL e impiegati pubblici vengono usati (e si fanno usare) dal politico di turno e utilizzano i controlli come arma di ricatto per leggi e regolamenti spesso assurdi e impossibili da rispettare; per cui chi vuole essere in regola non può esserlo e chi vuole fare il furbo trova sempre il modo di mettersi d'accordo! Naturalmente senza vergognarsi! E ,guarda caso, quando sono successi questi fatti la De Girolamo era braccio destro di Berlusconi...Quanto alla vicenda di Benevento, alle registrazioni "illegali" a casa di De Girolamo, fatte da Felice Pisapia,  "un delinquente che sta al domicilio coatto, uno accusato di truffa e peculato"... si circonda di belle figure ed in più li fa entrare a casa sua. A sua insaputa, eh?...

Annamaria... a dopo


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