martedì 25 novembre 2014

UN GIORNO NON BASTA PER DIRE BASTA AL FEMMINICIDIO

Donna e bimbi uccisi, marito confessa: “Li ho ammazzati perché amavo un’altra”



Articolo pubblicato il: 16/06/2014 (Adnkronos)
Carlo Lissi ha confessato. Interrogato, l’uomo ha ammesso davanti agli inquirenti di aver ucciso la moglie Maria Cristina Omes, 38 anni, e i due bimbi, sabato notte, nella casa di famiglia. Dopo un lungo interrogatorio l’uomo, fermato con l’accusa di triplice omicidio, ha confessato di aver sterminato la famiglia perché invaghitosi di una collega di lavoro. “Voglio il massimo della pena”, avrebbe detto Lissi ai carabinieri, indicando anche dove trovare l’arma del delitto.

In una conferenza stampa gli inquirenti hanno fatto il punto sulla vicenda chiarendo che l’uomo è stato incastrato dalle indagini poiché c’erano tanti e tali elementi che difficilmente chiunque avrebbe potuto sfuggire a una confessione.

La ricostruzione del massacro - La serata, per i due, sembra tranquilla. Secondo la ricostruzione fornita dal generale dei carabinieri Maurizio Stefanizzi, nulla lascia presagire un evento così tragico. I bambini dormono tranquillamente: la più grande nella sua cameretta e il più piccolo nel letto matrimoniale, mentre i due coniugi guardano la televisione in salotto. Attorno alle 23, viene ricostruito in conferenza stampa, Lissi e Cristina hanno anche un momento di intimità al termine del quale l’uomo va in cucina, prende un coltello e colpisce alle spalle la moglie con diversi colpi alla gola e all’addome. Lei urla e chiede il perché. Prova a reagire ma lui la colpisce ancora con un pugno e lei stramazza al suolo nell’ingresso dell’abitazione. I bambini non si accorgono di nulla e continuano a dormire. Lui prima entra nella stanza della maggiore e la uccide, poi si dirige verso la camera matrimoniale dove accoltella anche il più piccolo. Scende quindi in cantina, si fa una doccia, si riveste e con un amico con il quale aveva un appuntamento va a vedere la partita della nazionale in un bar.

L’arma del delitto - L’uomo si sarebbe liberato del coltello usato per il delitto, nel tragitto tra casa e il bar, gettandolo in un tombino.

“Lucida follia” - Una lucidità folle, ma ha fatto tutto in maniera chiara e serena. Non ci sono stati scatti. Lissi ha tenuto un comportamento lineare, forse troppo rispetto a qualcuno che aveva perso moglie e figli, riferiscono i carabinieri. Altro dettaglio emerso è che gli amici di Carlo Lissi, con lui alla partita della Nazionale, “non hanno notato nulla di strano”. Si emozionava ai gol di Marchisio e Balotelli come tutti. Sentiti dagli inquirenti non hanno visto “alcuna anomalia” nei comportamenti dell’amico.

Il movente - Pare che Lissi si fosse invaghito di una collega e questo sarebbe il movente del triplice omicidio. L’uomo avrebbe avuto da tempo una passione per una collega di lavoro la quale però, sentita dai carabinieri, nega di avere avuto con lui una relazione. L’uomo avrebbe fatto numerose avances alla donna ma sarebbe sempre stato respinto. Questo però non sarebbe bastato a fermare il delitto tanto da far ritenere agli inquirenti che l’omicidio sia stato premeditato da tempo e non frutto di un raptus.

Sul fronte delle indagini, proprio l’esistenza o meno di una premeditazione nell’omicidio compiuto la notte di sabato rimane l’ultimo tassello che impegna gli inquirenti che indagano sul caso. Gli investigatori non escludono che il triplice omicidio sia stato preparato e organizzato nei dettagli. C’è un particolare che tenderebbe ad accreditare tale ipotesi: il fatto che la sera di sabato ci fosse la partita della Nazionale e, si fa notare, non è così frequente che “un padre di famiglia abbia la possibilità di allontanarsi da casa la sera tardi e tornare a notte fonda”. Poi, ci sono alcuni aspetti della dinamica dell’omicidio che presupporrebbero l’assenza di ‘impeto’ o la temporanea perdita di lucidità mentale.








NO AL SILENZIO! FINO ALL’ULTIMA PAROLA…
MAI E POI MAI A QUALUNQUE COSTO.
NO AL SILENZIO… CONTRO OGNI FORMA DI VIOLENZA, ANCHE LA PIU’ SUBDOLA, PERVERSA, CHE MANIPOLA E MISTIFICA LA REALTA’.

” L’ingiustizia in qualsiasi luogo è una minaccia alla giustizia ovunque. Chi accetta il male passivamente è responsabile quanto chi lo commette. Siamo prigionieri di una rete ineludibile di reciprocità,legati nell’unico tessuto del nostro destino. Ciò che colpisce uno direttamente,colpisce indirettamente tutti gli altri.” Martin Luther King

Certe menti subdole, infide, colpiscono sempre le brave persone di sani principi e valori. Cercando di ucciderle, di farle tacere a tutti i costi, usando tutti i metodi per distruggerle fisicamente e psicologicamente.Certi esseri proprio quello che dicono che non faranno mai è esattamente quello che faranno, anzi , anche peggio. E dopo essersi informati su tutto faranno
sistematicamente tutto ciò che detesti e aborri per distruggerti o anche lo faranno fare allo scopo di lederti, screditarti, intimidirti e quindi occultare i reati commessi.

NON SMETTIAMO MAI DI RICERCARE LA VERITÀ E LA GIUSTIZIA, DI CAMBIARE UN MONDO DISUMANO, TUTTI INSIEME… la VERITÀ prima o poi verrà fuori… nella vita tutto ritorna anche dopo tanti anni.

Annamaria, Maria, Mimma, Caterina, Annamaria2, Enzo, Tonino.




 PER LE DONNE COME ME

Sei entrato nel mio cuore,


con violenza dandomi il tuo amore,


ti chiamo vita,


ma sei la mia morte,


in te vedevo il sole,


non mi accorgevo che era buio,


le tue carezze erano schiaffi,


i tuoi baci erano morsi,


le tue parole erano bestemmie,


cercavo gioie, ma erano dolori,


quando ho capito cosa ero per te


ormai era troppo tardi,


ero un burattino, una bambola


che tu prendevi tra le tue mani


solo per farmi soffrire,


ed io stupida tacevo,


non capivo quanta violenza

 
c'era in te,


sono cieca perche' ti amo.



   MIMMA





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