mercoledì 21 gennaio 2015

L'OMOSESSUALITA' DECISA DAI GENI




Papà, siamo gay": 
Aaron e Austin Rhodes, americani di 19 anni, hanno deciso di registrare tutto in un video che poi hanno pubblicato sul web. Otto minuti per confessare la loro omosessualità. "Papà sono gay e lo è anche Austin", dice Aaron al telefono con suo padre, prima di scoppiare in lacrime. Ma a sorprendere è la risposta del padre: "Vi voglio bene e questo non cambierà mai, dovete vivere la vostra vita e fare ciò che volete".









........... Uno studio Usa: ereditata come il colore degli occhi, assurdo criticarla


L’omosessualità è influenzata dai geni, almeno in parte. Se verrà confermato, lo studio che lo psicologo della Northwestern University Michael Bailey ha presentato nei mesi scorsi al meeting annuale dell’American Association for the Advancement of Science potrebbe cambiare la percezione dei gay, e naturalmente riaccendere le discussioni. I suoi critici, infatti, già dicono che le conclusioni sono parziali. 

Da anni gli scienziati indagano questo tema, per dirimere la fondamentale contrapposizione tra la natura e l’ambiente in cui si cresce. Se l’omosessualità è nei geni, e viene ereditata come i capelli biondi o gli occhi castani, cade ogni pretesa di attribuirla alla scelta delle persone, e quindi discriminarla come peccato o comportamento immorale e innaturale. 

Già nel 1993 Dean Hamer dello Us National Cancer Institute aveva indagato le storie famigliari di cento gay, ed era arrivato alla conclusione che la loro tendenza era almeno in parte scritta nel cromosoma X. Oltre il 10% dei fratelli omosessuali la condividevano, contro il 3% nella popolazione generale. Una ricerca successiva aveva stabilito che 33 dei 40 gay analizzati avevano ereditato marker genetici simili nella regione Xq28 del cromosoma X. Erano seguite polemiche, corroborate anche da studi che negavano la connessione, dimostrando per esempio come tra i fratelli gemelli era abbastanza frequente che uno fosse omosessuale e l’altro no. Se queste persone che condividevano il Dna avevano inclinazioni diverse, il modo in cui erano cresciute era stato più importante nel definire le loro differenze, rispetto alla natura. 

Ora Bailey è tornato su questo punto, conducendo una ricerca su 400 omosessuali nati dagli stessi genitori. La sua conclusione è che almeno due geni influenzano la tendenza, uno appunto nella regione Xq28, e l’altro nel cromosoma 8. Questi geni vengono passati dalle madri ai figli, e sarebbero sopravvissuti all’evoluzione perché rendono le donne più fertili. Lo stesso Bailey, però, avverte che la sua scoperta non spiega completamente il fenomeno: «La tendenza sessuale - dice - non ha nulla a che fare con la scelta. I nostri risultati dimostrano che potrebbero essere coinvolti dei geni. Abbiamo trovato le prove per almeno due che influenzano se un uomo è gay o etero. Lo studio tuttavia non è completamente determinativo, perché anche altri elementi hanno un impatto». 

Secondo Bailey, infatti, i geni decidono l’orientamento sessuale solo per il 30 o il 40%. Altri fattori poi giocano un ruolo, come quelli ambientali, o il livello di esposizione agli ormoni durante la gravidanza. Questo consente a lui di sostenere che comunque la natura ha un effetto determinante, e ai suoi critici di continuare a difendere la rilevanza delle scelte e delle condizioni in cui crescono le persone. 



Un' indegna  "caccia alle streghe" che il mondo ,o una parte di esso, continua a portare avanti nei confronti degli omosessuali e che ancora oggi  vengono ,ingiustamente, considerati dei malati da curare o dei criminali della peggior specie. Ma la psichiatria, la medicina e la psicanalisi sono progredite a sufficienza e ci dicono che l'omosessualità non è una malattia o una deviazione (come può essere la pedofilia o altro).
Ma sono la minoranza e subiscono un trattamento discriminatorio. Solo perché non si fa parte della "maggioranza"  si è sbagliati ? 
È come se si volesse" curare" qualcuno perché ha gli occhi azzurri invece che marroni, o perché ha la pelle marrone invece che rosacea.
Chi non sa accettare  le tantissime differenze è il vero malato di questa società ,che invece devono coesistere pacificamente. 


Annamaria... a dopo





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