giovedì 16 giugno 2016

SAPEVI CHE NONNO MI VIOLENTAVA, SEI STATA ZITTA.




La casa non è sempre il posto più sicuro, per i bambini. Il Telefono Azzurro,  che ha appena compiuto 29 anni, segnala che i responsabili della maggior parte degli abusi sessuali sono persone conosciute: il 65% circa delle richieste di soccorso arrivano da bimbi molestati da un componente della famiglia (i dati si riferiscono al 2015). Più spesso le vittime sono bambine (oltre il 65%) che hanno meno di 11 anni (più del 40%).

E se non riescono a trovare qualcuno che le ascolti e che le aiuti, il loro dolore le accompagna negli anni. È successo a una lettrice del "Guardian", che ha scritto una lettera alla madre, colpevole di sapere che il nonno la violentava e di non avere fatto nulla per impedirlo. Eccola.





«I nostri primi cinque anni insieme sono stati magnifici. Ero la tua seconda figlia, mi amavi e ti ho amato, non ci sono dubbi. I miei ricordi sono sfumati, ma sono belle immagini e so che ero felice.

Poi è successo qualcosa che non riuscivo a capire, qualcosa che non potevo spiegare, qualcosa che sapevo non essere giusto. Anche ora, da adulta - sposata, madre di tre ragazze, insegnante -, faccio fatica a trovare le parole giuste.

A cinque anni mio nonno ha rubato la mia innocenza, la mia fiducia nelle persone e nel mondo, e il mio amore per quello che ancora non conoscevo. Come farebbe ogni bambino in una famiglia amorevole, ho confidato in te. Ricordo chiaramente il momento del bagno, la sensazione di sporco, di confusione, di colpevolezza. Ho pianto e credevo che mi avresti salvata. Volevo che tu mi facessi sentire meglio.

Ma non l'hai fatto. Hai lasciato la stanza e non sei tornata indietro.Perché?

Siete entrambi vigliacchi. Sono scioccata dalla tua risposta. Trovo inimmaginabile, anche da genitore, che non sia stato fatto nulla.

Devo aver cacciato tutto in un angolo remoto della mia mente. È riemerso una volta, quando la mia sorella maggiore ha detto: «Ti ricordi quando ti sei inventata quella storia sul nonno?».

Sono contenta che sia morto. Sono contenta che ha sofferto, nei suoi ultimi giorni. Ma la sua punizione avrebbe dovuto essere maggiore. Poi, da adolescente, la ferita è riemersa. Non era giusto. Mi hai deluso.

Torniamo a oggi. Ho patito anni di depressione, disturbi alimentari e disperazione. Ho scoperto sei anni fa che una cugina più grande aveva sopportato una tortura simile. Qualcuno l’ha aiutata? No, il nome della famiglia doveva essere salvaguardato. Immagina la vergogna. Il nonno sarebbe stato mandato in prigione. Una persona anziana non può passare i suoi ultimi anni lì.

Perché no? Mi vergogno di far parte di questa famiglia.

Sono contenta che sia morto. Sono contenta ha sofferto nei suoi ultimi giorni. Ma la sua punizione avrebbe dovuto essere più grande. Questa non è giustizia.

Oggi mi dici che non vengo abbastanza a trovarti. Che non vedi abbastanza i tuoi nipoti. Che non c’è amicizia tra noi, madre e figlia. La mia casa non è abbastanza bella. La mia carriera non è progredita come avresti voluto. Io non sono abbastanza alla moda. Il mio stile di vita non è paragonabile a quello di mia sorella, che apparentemente ha tutto. Non hai nessun imbarazzo a dirmi che non sono abbastanza per te. Tu non mi conosci bene, né vuoi farlo. Vuoi mantenere la tua idea di me.

Spero che un giorno ti scuserai, ma, in fondo, so che quel giorno non arriverà. Vorrei che tu spiegassi il motivo per cui non sei riuscita a proteggermi, ma so che non sei abbastanza coraggiosa. Voglio che tu riconosca tutto il dolore che questa storia continua a causarmi, ma non penso di averne la forza.

Invece, voglio che tu sappia quanto ti amo. Vedo che, invecchiando, sei sempre più debole e ti auguro di essere felice per il resto della tua vita. Non ti auguro di essere serena, perché sento che non lo meriti.

Quanto a me, farò in modo di ascoltare tutto quello che le mie figlie mi dicono. Amerò tutto di loro. Le proteggerò. Tu non sei il mio esempio: ho costruito il mio modello di genitorialità.

Mi dispiace che la storia sia finita così. Un abbraccio sarebbe stato un buon inizio. Un abbraccio che dice: «Tutto andrà bene, non hai fatto niente di male». Ma non posso cambiare il passato».

By VF

Annamaria


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